Regia di Albert Pyun vedi scheda film
Non malissimo ma sicuramente il peggior episodio della saga inoltre l' ormai abusato presonaggio di Tong Po non è più interpretato da Michael Qissi ma dallo scarso Kamel Krifa, visto in ruoli di contorno in diverse pellicole con Van Damme, che non gli somiglia affatto. Nella locandina italiana viene poi pubblicizzata un' apparizione speciale di Van Damme ma altro non si tratta di qualche immagine presa dal primo film della serie. La storia vede ancora come protagonista Sasha Mitchell nel ruolo del fratello minore di Van Damme. Il cattivo Tong Po, per vendicarsi dell' umiliante sconfitta subita nel secondo film, fa arrestare ingiustamente Mitchell per droga e gli rapisce la moglie. Costui è diventato nel frattempo un ricco trafficante di droga che i poliziotti non riescono a incastrare. Allora decidono di far evadere Mitchell per farlo partecipare sotto uno pseudonimo a un torneo di arti marziali organizzato proprio da Tong Po con l' obiettivo di ucciderlo e di liberare la moglie tenuta prigioniera. Il film riesce a risultare passabile grazie a un' elevata quantità di combattimenti quasi tutti ben coereografati e di notavole spettacolo grazie anche al cast secondario composto tutto da ottimi atleti. Il livello però è nettamente inferiore non solo al primo KICKBOXER con Van Damme ma anche ai precedenti due sequel. A parte la poca credibilità della trama che tenta malamente di ricollegarsi al film capostipite, il tutto è girato in maniera molto povera con delle scenografie sul tipo dei pseudothriller di Gregory Dark. Lo svolgimento non appassiona più di tanto in quanto molto prevedibile e veramente mal realizzato. Nel complesso una sufficienza stiracchiata, personalmente non mi è piaciuto per niente come la storia sia stata portata avanti nei sequel del film iniziale. Sguirà un quinto capitolo con Mark Dacascos senza alcun riferimento coi precedenti ma molto più godibile per gli appassionati
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