Regia di Satyajit Ray vedi scheda film
La storia di La sala di musica è quella di un cambio di generazione, una sorta di passaggio di consegne quale classe dominante nell'India del primo Novecento. Ray racconta questa storia di un anziano nobile proprietario terriero che non sa «farsi gattopardo» e scompare, rimanendo legato alle proprie tradizioni, piuttosto che cambiare lui stesso nello stesso senso in cui sta cambiando il suo paese.
Nello stile di Ray confluiscono diversi elementi, tra i quali anche influenze italiane (il neorealismo, Visconti), che tuttavia diventano un qualcosa di omogeneo e personale, al servizio di una regia che, pur nella critica, non calca mai la mano contro questo suo protagonista altezzoso e per niente simpatico, assolutamente non incline a scendere a compromessi con il rampollo di una famiglia di parvenu, con il quale il personaggio principale non vuole avere niente a che spartire (tenendoci anzi a rimarcare la differenza di rango): mentre quello viaggia a bordo di una strombettante automobile, il Nostro preferisce orgogliosamente spostarsi a cavallo o a dorso d'elefante, fino a morirne.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta