India, anni Venti. Il zamindar (signore feudale) Biswambhar Roy è caduto nella più cupa depressione dopo essere andato in rovina per il piacere della musica e, soprattutto, dopo aver perso moglie e figlio. La voglia di dare una lezione a un ricco volgare lo spinge a riaprire la sala di musica per dare un ultimo e straordinario concerto. Per questo chiede l'aiuto della ballerina Krishna Bai.
Note
Ray, attraverso il personaggio del signore feudale, ci offre un ritratto doloroso e inquietante dell'orgoglio di casta. Un grande romanzo storico tratto da un racconto di Tarasankar Banerjee. Splendidi i numeri musicali.
F-A-V-O-L-O-S-O.
un film che usa la passione per la musica (magnifica) come mezzo disperato e folle di affrancamento dalla volgarità incombente (e dolorosamente inesorabile).
FESTA DEL CINEMA DI ROMA 15 - RETROSPETTIVA SATYAJIT RAY
L'anziano erede di una famiglia nobiliare ormai decaduta, relegato a vivere in solitudine dopo la scomparsa di moglie e figlio in occasione di una disgrazia occorsa qualche decennio prima, ricorda con nostalgia la sua passione sfrenata per la musica, a cui ha voluto dedicare molto del suo tempo libero, spendendo anche oltre le sue… leggi tutto
Ray ci racconta la vera India dei tempi feudali,attraverso un nobile decaduto e il suo amore viscerale per la musica.Cinema d'autore d'altri tempi che preserva attraverso i suoi ritmi lenti tradizioni millenarie.Certo di Ray preferivo i racconti neorealisti sulla vita di Apu ...ma anche questa pellicola rimane degna di nota. leggi tutto
FESTA DEL CINEMA DI ROMA 15 - RETROSPETTIVA SATYAJIT RAY
L'anziano erede di una famiglia nobiliare ormai decaduta, relegato a vivere in solitudine dopo la scomparsa di moglie e figlio in occasione di una disgrazia occorsa qualche decennio prima, ricorda con nostalgia la sua passione sfrenata per la musica, a cui ha voluto dedicare molto del suo tempo libero, spendendo anche oltre le sue…
E' stata una edizione tormentata, indubbiamente complessa da gestire, coraggiosa se vogliamo, per la risolutezza quasi incosciente ad andare avanti,… segue
15ma Festa del Cinema di Roma - Retrospettiva Satyajit Ray alla Casa del Cinema
Uno zoom out sul volto del disfatto protagonista Biswambhar è l'inquadratura che apre questa pellicola, tratto da un racconto dell'autore bengalese Tarasankar Bandyopadhyay, che non lascia spazio alcuno alla speranza nel delineare con spietatezza il declino di una classe…
Mancanti:
- Nijûshi no hitomi (1954)
- It Always Rains on Sunday (1947)
- Went the Day Well? (1942)
- Me and My Gal (1932)
- Gardiens de phare (1929)
- The Blue Bird (1918)
Un bel gruppo di "Non Profeti in Patria", si direbbe. C'è Samuel Fuller, che si ritrova fianco a fianco con Jean-Luc Godard dopo i loro trascorsi agli albori della Nouvelle Vague (e la lista di Fuller ne porta…
La storia di La sala di musica è quella di un cambio di generazione, una sorta di passaggio di consegne quale classe dominante nell'India del primo Novecento. Ray racconta questa storia di un anziano nobile proprietario terriero che non sa «farsi gattopardo» e scompare, rimanendo legato alle proprie tradizioni, piuttosto che cambiare lui stesso nello stesso senso in cui sta…
Ray ci racconta la vera India dei tempi feudali,attraverso un nobile decaduto e il suo amore viscerale per la musica.Cinema d'autore d'altri tempi che preserva attraverso i suoi ritmi lenti tradizioni millenarie.Certo di Ray preferivo i racconti neorealisti sulla vita di Apu ...ma anche questa pellicola rimane degna di nota.
Film sicuramente pregevole del grande cineasta indiano, che rappresenta un mondo a noi lontano, e più culturalmente che cronologicamente; il ritmo è piuttosto lento, ma l'atmosfera è coinvolgente, la regia ispirata e ricca di poesia, anche con il senso dei particolari, soprattutto dal momento in cui la vicenda sfocia nel dramma quando il protagonista perde moglie e…
VOTO 8+ MIRABILE Uno dei film più decadenti, o meglio sulla decadenza di una persona, di tutto i tempi. Ray dimostra una grande sensibilità alla regia, in un'opera molto sentita, tutta incentrata sulla grande interpretazione del protagonista. Ottimo l'inizio (sul lampadario fisso) e molte sequenze indimenticabili (la festa, le candele che si spengono, la lunga corsa a cavallo nel…
Nel mio breve excursus sul grandissimo cineasta bengalese S. Ray, mi sembrava essenziale soffermarmi anche su questo film, che, come altri dello stesso regista, è stato mandato in onda un pò di tempo fa da Enrico Ghezzi su Fuoriorario. Nel suo Castoro su Luchino Visconti, Alessandro Bencivenni lo paragona al Gattopardo, poichè in entrambi i film vi è la figura di un…
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Commenti (1) vedi tutti
F-A-V-O-L-O-S-O. un film che usa la passione per la musica (magnifica) come mezzo disperato e folle di affrancamento dalla volgarità incombente (e dolorosamente inesorabile).
commento di giovenosta