Regia di Philip Kaufman vedi scheda film
E va bene, questo potrebbe essere considerato un filmetto (Mereghetti gli dà due stelline), ma Philip Kaufman (autore della trasposizione cinematografica di "L'insostenibile leggerezza dell'essere" dal romanzo di Kundera) sa il fatto suo: riesce ad ambientare una storia credibile e tutto sommato coinvolgente nel piccolo mondo degli italoamericani, praticamente senza italoamericani nel cast. Le sfide tra bande, le aspirazioni dei ragazzi (che si rendono conto di non avere reale autonomia sulle loro vite quando i "grandi" organizzano la partita di football), la liberazione sessuale sono temi affrontati da Kaufman con argutezza e partecipazione, il che gli vale a mettere in scena un romanzo popolare per niente scontato e più volte imitato, senza acuti, ma senza scadere nella parodia di sé stessa (vedi "Porky's" e simili) né nell'autorialismo di maniera ("American Graffiti" di George Lucas). Il titolo italiano strizza stupidamente l'occhio a "I guerrieri della notte" di Walter Hill, un film diverso, a suo modo un archetipo e un classico insieme, non rendendo un buon servizio al film di Kaufman, che può piacere ai ragazzi come agli adulti (un po' come i film della Disney, senza averne le sdolcinature) ed è sinceramente commovente, nel finale, quando, partiti i Pelati per il Vietnam, fuggiti Joey e Perry verso la California (ma chissà dove si fermeranno), Richie si rassegna al matrimonio con la figlia del boss Galasso, ed alla sua festa di addio al celibato i ragazzi intonano "The Wanderer" (ovviamente l'hit di Dion DiMucci la fa da padrone lungo tutto il film).
Il film, ambientato nel Bronx, New York, all'inizio degli anni sessanta (una pagina commovente è quella dell'annuncio televisivo dell'assassinio di Kennedy), racconta di una banda di italoamericani, i Wanderers, appunto, che si confrontano con altre bande a base etnica e non: i Pelati (che, con una delle battute più felici del film, vengono detti "cazzi con gli orecchi") capeggiati dall'enorme Terrore, i Wong (una ventina di cinesi tutti dal nome Wong), i neri Bomber (capeggiati da Morso di Vipera) e poi con una banda di assassini che prima uccidono il povero Turco, un Wanderer che aspira ad entrare nei Pelati, e poi sono protagonisti della rissa finale che unisce, come per miracolo, italiani, neri e cinesi. In mezzo ci sono le storie del bulletto Richie, che perde la testa per l'anticonformista Nina (che nel finale si reca a vedere un concerto del giovane Bob Dylan), ma viene incastrato dalla Despie, figlia del boss Chubby Galasso; del piccoletto Joey, dominato dalla figura del padre Emilio un rozzissimo italoamericano, sempre in canottiera, cultore della forza fiscia, donnaiolo, e indispettito da un figlio con velleità artistiche; di Perry, figlio di una donna alcolizzata, un Garrone che odia i soprusi basati sulla forza ("lascia stare il ragazzo" è il suo motto).
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