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Magic Christian

Regia di Joseph McGrath vedi scheda film

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La recensione su Magic Christian

di mm40
5 stelle

Uno svalvolato riccone senza figli adotta un barbone che dorme nel parco e lo coinvolge in una serie di scherzi tesi a dimostrare l'ingordigia di denaro del genere umano.

 

The magic christian è passato inosservato in Italia e certo il titolo con cui è uscito in sala dalle nostre parti può averne aiutato l'istantanea rimozione (Le incredibili avventure del signor Grand col complesso del miliardo e il pallino della truffa; n.b.: il film non parla nè di un fantomatico miliardo, nè tantomeno di truffe), eppure trattasi di una commedia - sgangherata quanto si vuole e non sempre riuscita - semplicemente seminale per tanto cinema demenziale a venire. Tratta da un romanzo di Terry Southern con una sceneggiatura che lo scrittore stesso firma insieme al regista Joseph McGrath, contando inoltre su apporti aggiuntivi di Peter Sellers, John Cleese e Graham Chapman, la pellicola si propone come uno sgangheratissimo vortice di idee surreali e nonsense impiantate su un'esile trama dalla morale facile, ma non così scontata, quantomeno per il contesto (l'Inghilterra di fine anni Sessanta, centro del mondo con la sua swingin' London): l'uomo è avido e non esiste nessuno la cui dignità non abbia un prezzo. Naturalmente la scelta di Peter Sellers (con cui McGrath aveva già lavorato) come protagonista ha dato ottimi frutti, così come non è stata disprezzabile l'intuizione di lanciare sul grande schermo, isolato dai tre compagni d'avventure abituali, Ringo Starr, direttamente prelevato dai Beatles: inchiodato in una parte di poca sostanza, ma centrale nella trama, il batterista se la cava più che bene. A completare un cast strepitoso ci pensa poi un eccezionale nugolo di guest stars: Christopher Lee (nei panni di Dracula!), il già citato duo Cleese & Chapman, di lì a poco sull'onda del successo con il Monty Python's flying circus, la bellissima Raquel Welch e ancora Richard Attenborough, Spike Milligan, Roman Polanski, Laurence Harvey e tanti altri. Il clima goliardico del set si riverbera nell'opera, che in effetti risulta spesso sconclusionata o inefficace nel voler proporre soluzioni stupefacenti, ma alla quale non si può certo imputare una mancanza di originalità o tantomeno di idee (molte delle quali pure coraggiose per l'epoca: humor sull'omosessualità, sull'uso di droghe, sul razzismo). Produce Denis O'Dell, dell'entourage dei Fab 4, il cui bassista Paul McCartney è inoltre autore del tema del film, Come and get it, eseguita dai Badfinger (nome della band voluto da Ringo, tanto per chiudere il cerchio). 5,5/10.

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