Regia di Pietro Castellitto vedi scheda film
L'investimento di un'anziana donna è il trait d'union tra le vicende di una famiglia di ricchi intellettuali romani (lui medico, lei regista cinematografica) ed una fascistissima che vive ad Ostia e traffica con le armi. Su di esse si posa lo sguardo, liberissimo e sbeffeggiante, di Pietro Castellitto, esordiente alla regia dopo aver evidentemente metabolizzato con ingordigia migliaia di pellicole. È lui il vero deus ex machina, il rampollo della famiglia-bene che filosofeggia e moraleggia guardando a Nietzsche e che ha l'urgente necessità di una bomba.
Esordio col botto, è proprio il caso di dirlo, per Pietro Castellitto, che ha cominciato a pensare a questo film da ventenne e sembra mostrare la stoffa del Nanni Moretti degli esordi. Certo, qualcosa non funziona nella turlupinatura delle due famiglie tra le quali non c'è contesa (nessun ammiccamento a Ferie d'agosto, per intenderci), ma il talento c'è tanto nella scrittura (con ampie dosi di autoironia), quanto nella direzione degli attori che nell'uso della macchina da presa (fin quasi al virtuosismo: primissimi piani, piani sequenza, campi lunghissimi). Speriamo solo che non si tratti di un fuoco fatuo.
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