Trama
In una città del nord-est vive Simone Segre (Alessandro Gassmann), affermato chirurgo di origine ebraica: una vita tranquilla, un appartamento elegante e nessun legame con il passato. Un giorno, Simone si trova a soccorrere un uomo vittima di un pirata della strada, ma quando scopre sul suo petto un tatuaggio nazista, lo abbandona al suo destino. Preso dai sensi di colpa, rintraccia la famiglia dell'uomo: Marica (Sara Serraiocco), la figlia maggiore; Marcello (Luka Zunic), adolescente contagiato dal seme dell’odio razziale; il "piccolo" Paolo (Lorenzo Buonora). Verrà la notte in cui Marica busserà alla porta di Simone, presentandogli inconsapevolmente il conto da pagare.
Approfondimento
NON ODIARE: LE CONSEGUENZE DELL'ODIO VERSO L'ALTRO
Diretto da Mauro Mancini e sceneggiato dallo stesso con Davide Lisino, Non odiare è ambientata in una città del nord-est, un non-luogo mitteleuropeo, contaminato da tante etnie, pulsioni, sedimentazioni e dalle profonde radici ebraiche. Qui, nel centro storico, vive Simone Segre, un affermato chirurgo di origine ebraica: ha una vita regolare, senza scossoni, un appartamento elegante e più nessun legame con il passato. I duri contrasti con il padre, un reduce dei campi di concentramento morto da poco, l’hanno portato ad allontanarsi da lui ormai da anni. Tornando dall'allenamento settimanale di canottaggio, Simone si trova a soccorrere un uomo vittima di un pirata della strada. Ma quando scoprirà sul petto di questo un tatuaggio nazista, lo abbandonerà al suo destino. Nei giorni seguenti, però, prevarrà il senso di colpa per la morte dell'uomo e Simone rintraccerà la famiglia del neonazista che vive in un complesso periferico popolare: Marica, la figlia maggiore Marcello, il figlio adolescente contagiato anche lui dal seme dell'odio razziale; e il "piccolo" Paolo. Verrà la notte in cui Marica busserà alla porta di Simone, presentandogli inconsapevolmente il conto da pagare.
Con la direzione della fotografia di Mike Stern Sterzynski, le scenografie di Carlo Aloisio, i costumi di Catia Dottori e le musiche di Pivio e Aldo De Scalzi, Non odiare è stato così presentato dal regista in occasione della presentazione del film alla Settimana della Critica 2020: "In Italia, nel novembre 2019, alla senatrice a vita Liliana Segre - 89 anni, reduce dei campi di concentramento, sopravvissuta allo sterminio nazista - a 74 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale - viene assegnata una scorta a seguito delle numerose minacce ricevute. Questa è solo una delle ultime, gravi, notizie di una lunghissima lista che purtroppo è destinata ad allungarsi sempre di più, non solo in Italia. Solo per citarne un'altra, in Francia a dicembre dello stesso anno, il ministro Castaner annuncia la creazione di un "ufficio nazionale di lotta contro l'odio". La decisione è stata presa dopo che in Alsazia sono state vandalizzate oltre cento tombe con delle svastiche. Ci troviamo di fronte a un’escalation di eventi e proclami allarmante, inquietante, pericolosa. Non è vero che la storia si ripete - le condizioni non sono mai identiche - ciò che si ripete è l'esperienza del male e dell'odio. E a questi semi nocivi basta un po' di vuoto per germogliare. Un vuoto di significato, di comunicazione, di memoria. Non odiare parla del fatto che l'odio produce onde che si protraggono nel tempo, lente, ma sempre implacabili e violente. Onde che investono inevitabilmente tutti, anche individui che nulla hanno a che fare con quel male originario e che ne hanno letto solo nei libri di storia. Un seme del male talmente profondo che ne basta la sola evocazione per attraversare il tempo e contagiare anche individui comuni, miti e onesti. E farli diventare, a loro volta, una sorta di nuovi carnefici. Proprio come succede a Simone Segre, medico di origine ebraica, un individuo che nel passato, durante l'Olocausto, sarebbe appartenuto alla categoria delle vittime, a chi ha dovuto subire il male. Simone, a causa di quel male, molti anni più tardi, finisce per diventare in qualche modo un carnefice a sua volta. Ribaltando tragicamente i ruoli e trasformando in vittime proprio un neonazista e i suoi figli".
"Non odiare racconta - ha proseguito Mancini - cosa comporta l'eredità del male e il conseguente tentativo di riparare ai propri errori, spezzare la catena dell'odio che rischia di ridurre le nostre identità al ruolo di pedine, senza altra via d'uscita. II cognome Segre, omonimo della senatrice a vita, è una coincidenza assoluta, imprevedibile, e al contempo rivelatoria del fatto che l'odio si nutre di pregiudizi ormai riconoscibili. Proprio per questo ci turba e sgomenta vedere che invece si perpetuano ancora oggi, nel Ventunesimo secolo".
Il cast
A dirigere Non odiare è Mauro Mancini, regista e sceneggiatore italiano al suo debutto nel lungometraggio. Mancini ha esordito nel 2005 con il cortometraggio Il nostro segreto vincendo vari premi. A seguire ha firmato tanti altri corti, di cui 14 per la fondazione Telethon e 4 per Rai Cinema, miniserie, video… Vedi tutto
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Commenti (8) vedi tutti
storia interessante ma film dal ritmo esasperantamente lento
commento di Artemisia1593Tema d'Attualità ... ma se non ci fosse la Serraiocco a salvare la Baracca !?!? voto.6.
commento di chribio1Il film affronta dei punti di domanda etici e sociologici di alto livello ma ne rimane prigioniero fino in fondo. Il finale mi ha lasciato la sgradevole sensazione di aver guardato il film per niente.Peccato
commento di attidurGran esordio e bel film...un Gassman che recita in modo viscerale e sentito,la sua migliore prova di sempre....non perdetelo.
commento di ezioNotevole esordio del regista Mancini. Ottima la prova attoriale di tutti, eccezionale quella di Alessandro Gasman
leggi la recensione completa di Furetto60A tratti coinvolge, poi precipita nel ridicolo, a volte annoia.
commento di gruvierazEsordio dai nobilissimi intenti per Mancini, che tuttavia firma un film didascalico e prevedibile in ogni dettaglio, a partire dal titolo. Il regista imbastisce un racconto che indugia moltissimo su un minimalismo che sembra essere la sua unica cifra stilistica, sostenuta dall’intensa prova di Gassmann e dalla musiche di Pivio e Aldo De Scalzi.
leggi la recensione completa di barabbovichFilm drammatico incentrato sul difficile rapporto fra nazisti e ebrei italiani, ma recitato con tono monocorde.
leggi la recensione completa di Marco Poggi