Regia di Woody Allen vedi scheda film
27° film di Allen. Branagh è (fin troppo palesemente, nella gestualità e nelle battute) un alter ego del regista, alle prese con le solite difficoltà nei rapporti con le donne e nella gestione delle sue velleità intellettuali: progetta di scrivere romanzi e sceneggiature, ma di fatto dopo il divorzio passa il tempo cercando di portarsi a letto procaci attrici e indossatrici. A questo, che è l’autentico nucleo narrativo, viene accostata un po’ pretestuosamente la morale allusa dal titolo: tutti agognano i warholiani quindici minuti di celebrità, anche per i motivi più assurdi. Comunque il problema del film è soprattutto che sembra il risultato di un’opera di riciclaggio: considerandolo all’interno della filmografia alleniana non può non ricordarne vari altri, in particolare Mariti e mogli, di cui sembra una versione manierata. Inoltre, come nel precedente Harry a pezzi, è da lamentare una certa volgarità gratuita (la lezione di pompini a Judy Davis, diciamolo, non è il massimo dell’eleganza): cosa che di per sé posso accettare, ma di cui altrove Allen ha dimostrato di saper fare a meno.
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