Regia di Nick Hamm vedi scheda film
Imprinting inglese per una gradevole commedia leggera dal formato quasi televisivo. Non solo i destini si incrociano, ma anche i fili della narrazione con sovrapposizioni, ritorni chiarificatori, prospettive altrui. Non tragga in inganno la particolarità della struttura, però. Lo sforzo richiesto non è poi molto; in fondo come si svolgerà, svilupperà e si concluderà la storia è chiaro fin dall'inizio (l'unica parte realmente brillante). Esaurite le scintille dell'incipit, subentra una lunga e scontata fase di stanca, di scarso smalto, cui l'inutilmente reiterato e procrastinato epilogo ha finito per contrariarmi alquanto. Stucchevolezza ed elevazione finale così come l'esasperante ed efebica purezza e castità complessiva a parte, lo si può considerare come una rigenerante reminescenza delle infatuazioni di gioventù: improvvise, naturali, adamantine e travolgenti. Tanto spensierata da sembrare una rêverie. Incredibilmente vivi ed accesi i colori, non al limite dello stordimento, ma si supera la soglia del reale per accedere al quasi fantastico (e la cosa potrebbe ricollegarsi alla frase precedente), a meno che non sia l'amore a renderli più vividi e sfolgoranti.
Il più credibile (nel suo dissesto personale) ed in palla.
E' palesemente ebete.
Divertente basettone rétro dal look improponibile. Rende il verbo dormire transitivo col letto (rammentandomi le mie notti insonni).
Deliziosamente carinissima. Una cenerentola anni '90. La si apprezza maggiormente confusa e piena di patemi che non nella risoluta certezza del suo amore.
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