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Ronin

Regia di John Frankenheimer vedi scheda film

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La recensione su Ronin

di sasso67
4 stelle

Dispiace dirlo, soprattutto per il glorioso regista americano, deceduto a 72 anni nel luglio del 2002, ma il film delude perché risente di uno stile televisivo, in cui però il classico - raggiunto da Frankenheimer nel sequel del "Braccio violento della legge" (1975) - sfocia nel vecchio, nel superato. Gli inseguimenti automobilistici sono girati in modo mirabile, ma si possono ancora vedere auto che corrono attraverso le stradine di Nizza travolgendo bancarelle di frutta e verdura, mentre i passanti si buttano ai lati della strada urlando? Dopo Tarantino, dopo "I soliti sospetti", lo stile del film somiglia più a quello dell'Ispettore Derrick che al "Braccio violento della legge".
E poi la valigetta! La valigetta! Ma quanti film ancora dovremo vedere con al centro "una misteriosa valigetta"? Ci si potrebbe quasi fare un genere a parte, il genere della valigetta, con sottogeneri a seconda del contenuto (in taluni casi, come questo, rimasto ignoto), degli scambi e delle conseguenze a cui dà origine. E poi la mafia russa che, pur essendo entrata in scena (anche cinematograficamente) molto tempo dopo quella italiana, è già riuscita a rompere le scatole. E poi quella Natasha Kirilova sarà stata anche brava a pattinare (non per niente la interpreta Katarina Witt campionessa olimpionica), ma io continuo a trovare il pattinaggio artistico estremamente noioso. E ancora, infine, che cavolo di bisogno c'era di scomodare l'etica dei samurai per giustificare questo guazzabuglio senza capo né coda? Se proprio si deve parlare di samurai, si guardi allora "Ghost Dog" (1999), il capolavoro di Jim Jarmusch.

Su Robert De Niro

Finalmente una stroncatura - e mi sarebbe piaciuto farla al tempo dell'uscita del film - a conferma della scarsa propensione a saper scegliere i film giusti da parte di Robert De Niro negli ultimi dieci anni (uniche eccezioni "Casino" di Scorsese, "Jackie Brown" di Tarantino e poco altro).

Su John Frankenheimer

Peccato che Frankenheimer abbia sprecato un cast di grandi nomi che cercano di fare del loro meglio: Robert De Niro, Jean Reno, Jonathan Pryce, Michael Lonsdale, forse il migliore di tutti. Con l'eccezione di Natascha McElhone, piuttosto legnosa, che anche durante l'inseguimento, dal quale peraltro non si capisce come faccia a cavarsela, (una sequenza più da Motor Show che da film d'autore) prima del gran finale, mantiene un'espressione da impiegata comunale.

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