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Un altro giro

Regia di Thomas Vinterberg vedi scheda film

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La recensione su Un altro giro

di Mulligan71
6 stelle

Ci sono quattro amici ma manca il bar, e quindi decidono di farselo da soli, almeno per quello che riguarda la parte alcolica. Thomas Vinterberg, uno degli allievi del Dogma del primo Von Trier, s'inventa questo racconto d'amicizia e tasso alcolemico, ambientato nella sua Danimarca. Quattro vite in secca, quattro insegnanti, che decidono, da un'idea di uno psicologo norvegese che dice che si dovrebbe nascere con un minimo di tasso alcolico nel sangue, di metterla alla prova, a mo' di studio scientifico, cominciando a bere regolarmente qualche bicchiere. Le cose sembrano andare bene, la loro sicurezza migliora, ma, che caso imprevedibile!, ci prendono gusto e tutto si complica. Un'idea simpatica, un pugno di attori bravissimi (ah, i danesi!), fra cui è sempre bello ritrovare Bo Larsen, con lui nel vero capolavoro di Vinterberg, "Festen", 1998, ma tanto fumo e poco arrosto. Due ore lunghissime, una vicenda piuttosto scontata, crisi esistenziali, tanto alcol: Vinterberg ha fatto di meglio, dal già citato "Festen" a "Dear Wendy" (molto amato dal sottoscritto), a "Submarino" e "Il Sospetto", eppure ha vinto l'Oscar per questo film, discreto ma lontano dai suoi standard migliori. Misteri. Beviamoci sopra.

 

 

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