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Un altro giro

Regia di Thomas Vinterberg vedi scheda film

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La recensione su Un altro giro

di Furetto60
8 stelle

Notevole questo dramma scandinavo. Grande prova attoriale, in particolare di Mads Mikkelsen.

Il filosofo e pensatore danese padre dell'esistenzialismo Soren Kierkegaard, nell'incipit apre il film con una bella citazione: «Cos'è la giovinezza? Un sogno. Cos'è l'amore? Il contenuto di un sogno».

Quattro amici e colleghi insegnanti, festeggiano il quarantesimo compleanno, di uno di loro, conducono una vita piatta, monotona e spenta, alle prese con i soliti problemi della mezza età, nostalgici della brillantezza giovanile e prigionieri di una vita professionale e familiare insoddisfacente; la festicciola parte in sordina, ma poi si fanno travolgere da una smania febbrile e consumano vini, vodka, birra senza risparmiarsi. Parlano senza freni inibitori e si confidano le rispettive miserie. Segue una scena quasi da “baccanale” in cui, nella luce livida della notte nordica, si lasciano andare a sfrenati balletti senza ritegno. Si ritrovano a questo punto a ragionare su uno studio singolare effettuato dallo psichiatra norvegese Finn Skarderud secondo cui un leggero stato di alterazione alcolica si parla di 0,5 gradi, sarebbe di giovamento per la mente e per le capacità relazionali. A suffragio di questa tesi, ci sono figure illustri: Churchill quasi sempre alticcio, ha propiziato la vittoria nella seconda guerra mondiale, ed Hemingway che ha scritto capolavori, in stato di ebbrezza e tanti altri brillanti personaggi storici,. che pur trincando alla grande, sono stati capaci di compiere importanti imprese. Da questa valutazione scaturisce l'idea di evadere dalla routine piccolo-borghese in cui versano, tramite questo escamotage, una sorta di alcolismo pilotato, per ottenere più autostima, più empatia. L'esperimento parte  come un vero e proprio  studio scientifico, in cui il tasso alcolemico e gli effetti psicosociali vengono costantemente monitorati durante l’arco delle loro giornate;  in una prima fase gli  esiti sono buoni,  i quattro quarantenni non più alla deriva, superano nevrosi e inibizioni, Martin alias Mads Mikkelsen, il protagonista, professore di storia deluso, che non ha più presa sugli alunni e con  una moglie lontana e infedele, ravviva il suo matrimonio e stabilisce finalmente  un feeling  con gli studenti.  I quattro da sfigati senza aspettative si trasformano in persone volitive e socievoli; ci prendono talmente tanto gusto da alzare sempre di più l'asticella, fino a farsi sfuggire di mano la situazione; il film ci mostra prima i successi e poi i danni di questo alcolismo programmato, la situazione precipita, Inizia così la parabola discendente. Chi perde il lavoro, chi perde la famiglia, chi la vita, decidono di smettere, non tutti ci riescono, Tommy viene rinvenuto morto affogato mentre si trovava in barca, ubriaco. Non aveva mai smesso di bere, finendo per diventare un alcolizzato. Martin rompe con la moglie Annika che gli confida che da tempo ha un’altra relazione.

Dopo la cerimonia funebre, i tre amici pranzano in un ristorante, riluttanti a bere qualsiasi tipo di alcolico, come bloccati dal pensiero della tragica fine di Tommy. Verso la fine del pranzo, Martin riceve un messaggio: è Annika, che gli dice che sente tanto la sua mancanza.

I tre sentono della musica provenire dal porto, fuori dal ristorante. Sono i loro studenti che celebrano il diploma, bevendo alcol in totale spensieratezza. I ragazzi coinvolgono gli insegnanti nei loro festeggiamenti, offrendo loro da bere e invitandoli a ballare. Superata la rigidità iniziale, i tre uomini si uniscono agli studenti. Intanto Martin continua a ricevere messaggi dalla moglie: parole dolci, che fanno sperare in una riconciliazione.Travolto da un’inattesa gioia di vivere, Martin improvvisa una danza, aggraziata e potente al tempo stesso lasciandosi completamente andare alla spensieratezza di quegli attimi.

Come se, attraverso il movimento del corpo, l’uomo riuscisse finalmente a esprimere il suo Io più profondo, mostrando senza vergogna le proprie forze e le proprie fragilità. L’intera performance è frutto del talento dello stesso Mads Mikkelsen, che da giovane lavorò come ballerino per dieci anni prima di diventare attore. In sottofondo a questa bellissima sequenza senza dialoghi, Vinterberg ha deciso di inserire il brano What a Life della band danese Scarlet Pleasure. Una canzone dal ritmo travolgente, in grado di rispecchiare perfettamente il tono dell’epilogo del film. Martin è lanciato in uno splendido ballo acrobatico, che termina con un tuffo a volo d’angelo nel porto di Copenaghen, di cui il regista cattura un frame sospeso. Un altro giro si conclude così, con  l’uomo al culmine dell’esaltazione, sospeso nell’aria, pochi secondi prima di cadere in mare, immagine di grande impatto e potente per il suo significato.

Nel corso del film ci sono diversi riferimenti al pensiero di Søren Kierkegaard;il filosofo danese affermò come in ogni fase della sua esistenza, l’essere umano si trovi davanti a continue scelte, a eterni aut-aut che possono condurlo verso le mete più oscure e ignote. Ed è proprio questo non sapere di fronte all’ignoto dell’esistenza a procurare un costante sentimento di angoscia; la soluzione adottata dal gruppo di amici sembrerebbe l’alcol, ma non è così. L’alcol è solo uno strumento, certamente non quello giusto e non emulabile, per lasciarsi andare, perché è questo il vero messaggio del film: l’uomo ritrova la pace con sé stesso quando intuisce che non può controllare la vita, che va presa come viene senza pretendere di non fallire mai. Ed è proprio tramite la sua catartica danza che Martin si mostra finalmente per quello che è, abbassando ogni difesa.

Attraverso il bizzarro percorso di Martin, la regia ci mostra un uomo che decide di accettare, anziché combattere, tutte quelle difficoltà e paure che inevitabilmente caratterizzano la vita di tutti noi.

 La scelta di una storia simile è stata coraggiosa, il problema dell'alcolismo, nei paesi scandinavi, è molto serio, le statistiche a riguardo sono spietate, poi durante la lavorazione del film la figlia 19enne di Thomas Vinterberg, regista e sceneggiatore, ha perso la vita in un incidente stradale. Il film è diventato così un modo singolare per elaborare il lutto, attraverso un inno alla vita, celebrato con il balletto travolgente di Mads Mikkelsen 

Dodicesima opera di Vinterberg,è film di attori. Mads Mikkelsen, in particolare è una maschera straordinaria e in grado di muoversi lungo una gamma espressiva che va dal minimalismo delle espressioni immobili, all'improvvisazione dinamica. C'è poi l'altrettanto bravo Thomas Bo Larsen, protagonista delle tenere scene con il giovane allievo "quattrocchi" bullizzato ed emarginato. Anche Magnus Millang e Lars Ranthe funzionano egregiamente. Qualche utente ha scomodato perfino Nietzsche per spiegare il senso di questo film. Più modestamente io credo si tratti di una festosa celebrazione della vita, che malgrado delusioni, amarezze e sconfitte, vince sempre su tutto.

 

 

 

 

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