Trama
C'è una teoria secondo cui dovremmo nascere con una quota di alcol nel sangue. Tale modesta percentuale aprirebbe la nostra mente al mondo che ci circonda, diminuendo i problemi e aumentando la creatività. Incoraggiati da tale presupposto, Martin e tre suoi amici, tutti annoiati insegnanti di scuola superiore, intraprendono un esperimento teso a mantenere un livello costante di alcol nel sangue durante l'arco della giornata lavorativa. I risultati in un primo momento sono positivi e il piccolo progetto si trasforma in breve in vero studio accademico. Tuttavia, non passerà molto tempo prima che porti a conseguenze inaspettate.
Approfondimento
UN ALTRO GIRO: COME L'ALCOOL CAMBIA LE VITE
Diretto da Thomas Vinterberg e sceneggiato dallo stesso con Tobias Lindholm, Un altro giro racconta la storia di quattro amici, tutti stanchi insegnanti di scuola superiore, che testano una teoria tesa a capire quanto possano migliorare le loro esistenze mantenendo costante nel loro sangue una certa dose di alcool, utile a dare meno importanza ai problemi e ad aumentare la creatività. Incoraggiati da ciò che la teoria promette, Martin e i suoi tre amici cominciano il loro esperimento cercando di mantenere stabile l'alcool che scorre nelle loro vene durante la giornata lavorativa. Del resto, se Churchill ha vinto la Seconda guerra mondiale grazie a un uso eccessivo d'alcool, poche gocce secondo loro non saranno dannose. I primi risultati ottenuti sono positivi e il progetto si trasforma presto in un vero studio accademico, con progressi incoraggianti. Man mano che si va avanti, però, sorgono i primi problemi: mentre alcuni dei partecipanti vedono un ulteriore miglioramento, altri vedono le loro esistenze deragliare e alcuni atti audaci porteranno inevitabilmente a delle conseguenze irreversibili.
Con la direzione della fotografia di Sturla Brandth Grøvlen, le scenografie di Sabine Hviid e i costumi di Manon Rasmussen, Un altro giro è un dramma, divertente e commovente al tempo stesso, che celebra la vita e stimola la riflessione su temi come l'amicizia, la libertà, l'amore e l'alcool. Ha sottolineato il regista in occasione della scelta del film per il Festival di Cannes 2020: "Non bevo mai prima di colazione. Questa è una frase di Churchill il cui ricorso all'uso eccessivo e costante di sostanze alcoliche ha contribuito a sconfiggere i tedeschi e a vincere la Seconda guerra mondiale. Altre grandi menti, artisti e scrittori, come ad esempio Tchaikovsky e Hemingway, hanno trovato coraggio e ispirazione bevendo. Dopo i primi sorsi di alcol, sappiamo tutti cosa accade ai nostri sensi, la fiducia in noi stessi cresce, abbiamo più bisogno di parlare, le stanze diventano più grandi e i problemi magicamente si rimpiccioliscono. Con Un altro giro ho voluto prendere in esame quanto l'alcol renda libere le persone".
Il film trae ispirazione dalle teorie dello psichiatra norvegese Finn Skårderud, secondo cui l'uomo è nato con un tasso di alcol negativo di 0,5 nel sangue", ha aggiunto Vinterberg. "Volevo rendere omaggio all'alcool ma non senza sottolineare quanto possa far male. Non dimentichiamo che molte persone muoiono per un suo uso eccessivo e altre ancora vedono le loro vite distrutte. Convivere con l'alcool può generare vita ma può anche uccidere. Nella mia storia, si incontrano quattro bravi uomini non più giovanissimi. Hanno una vita mediocre e noiosa e sono come bloccati in schemi e abitudini difficili da estirpare. La morte è sempre più vicina, dal momento che hanno superato metà del cammino previsto. La giovinezza con la sua libertà, le infatuazioni e la leggerezza, è oramai solo un ricordo lontano. Riscopriranno però ogni cosa prendendo parte all'esperimento che prevede un consumo sistematico di alcol".
Ha infine dichiarato: "Un altro giro è radicato nella realtà e presenta un'intimità del tutto spiazzante, nuda, schietta e talvolta improvvisata, come in un mix di Una guerra di Tobias Lindholm, Festen da me firmato e Mariti di John Cassavetes. Tutto accade davanti alla telecamera, che diventa testimone della scena senza imporre mai la sua presenza o determinare gli eventi. Il tono spesso diviene umoristico e per certi versi scandaloso, visto l'argomento piuttosto serio. Ma volevo che il film avesse mille sfaccettature, provocasse, divertisse, e spingesse a pensare, piangere e ridere. E che lanciasse spunti di riflessione per un pubblico che oramai vive in un mondo che, sebbene in apparenza sia sempre più puritano, nell'alcool affoga: si inizia a bere eccessivamente a un'età relativamente giovane. Un altro giro è immaginato come un omaggio alla vita. Come una rivendicazione della saggezza irrazionale che getta via ogni ansioso senso comune e guarda alla gioia della lussuria e al gusto per la vita, anche se spesso con conseguenze mortali".
Il cast
A dirigere Un altro giro è Thomas Vinterberg, regista e sceneggiatore danese. Nato a Copenaghen nel 1969 e famoso per essere uno dei fondatori del movimento cinematografico Dogma 95, Vinterberg si è laureato alla National Film School di Danimarca con un cortometraggio che ha poi fatto il giro del mondo, ricevendo… Vedi tutto
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- Miglior film internazionale al Premi Oscar 2021
Commenti (13) vedi tutti
Commedia drammatica ben diretta da Vinterberg. Ha il pregio di scivolare bene, una visione piacevole.
leggi la recensione completa di claudio1959L'alcolismo è una cosa seria. Ridicolizzarlo con una storia insulsa, incongruente, irrealistica, prima ancora che sbagliata, è una cosa profondamente imbecille.
commento di OssNotevole questo dramma scandinavo. Grande prova attoriale, in particolare di Mads Mikkelsen.
leggi la recensione completa di Furetto60Un altro giro, ovvero la via alcolica al successo. Se il regista l'ha provata su di sè il risultato non è esaltante dato che il film è alquanto modesto ma ha però il merito di stimolare delle riflessioni che escono dal seminato opprimente del solito politicamente imposto. E di questi tempi non è poco.
commento di bombo1Bel film che tratta un argomento decisamente insolito.
leggi la recensione completa di tobanisInteressante ma prolisso.
commento di gruvierazUn gruppo di amici che insegna in una scuola superiore decide di prestarsi a un esperimento che parte da uno studio secondo cui mantenendo allo 0,05% il grado alcolico nel sangue si migliorano le prestazioni di un individuo. Ovviamente si faranno prendere la mano, con conseguenze talvolta comiche e talaltra drammatiche.
leggi la recensione completa di alfatocoferoloNoi in Veneto, secondo i dettami consigliati dal film e dalle teorie di Skarderuud, secondo cui l’uomo nasce con un deficit di tasso alcolemico dello 05 %, siamo perlopiù ben abituati a colmarlo e ad avere quindi la mente aperta, rilassata dagli effetti stordenti dei vitigni di Valdobbiadene. Per coglierne quindi al meglio le sfumature e l’essenza
leggi la recensione completa di gaiartUna commedia a sfondo drammatico,mi e' piaciuto in modo contenuto e sullo stesso tema i miei film resteranno sempre Giorni Perduti e I Giorni Del Vino e Delle Rose....scusatemi.
commento di ezioPare che la popolazione danese vanti il più alto tasso alcolemico in Europa, ciò che il film sembra confermare fin dalle prime scene: si beve molto e volentieri, fin da giovani in Danimarca. Il regista, però, ha precisato di non aver inteso denunciare l’eccessivo consumo di alcol, e neppure farne l’apologia.
leggi la recensione completa di laulillaUn cocktail così diffuso che pure annacquato viene bevuto con favore da pubblico e critica.
leggi la recensione completa di Kurtisonicl'accoppiata Vinterberg/Mikkelsen ritorna, ed è una botta! Druk è un film sconnesso, eccessivo, imperfetto, ebbro, in senso stretto e lato, ma soprattutto umano...da scolarsi d'un fiato.
commento di giovenostaLungi dal voler essere l'apologia di un'ubriachezza 'senza secondi fini', Druk si propone come un originale inno alla vita, alla volontà di mettersi in gioco, alla necessità di sentirsi curiosi, di tentare, di prendersi dei rischi per evitare che il proprio percorso umano si concluda con una resa incondizionata alla monotonia.
leggi la recensione completa di pazuzu