Regia di Walter Salles vedi scheda film
Alto, altissimo tasso zuccheroso per questo lavoro pluripremiato attorno al pianeta (fra gli altri ha vinto l'Orso d'oro a Berlino, ma è stato anche nominato come miglior film straniero agli Oscar), una storia on the road decisamente poco originale, colma degli elementi standardizzati del genere: il dramma iniziale, la forzatura del destino nel coinvolgere due persone tanto differenti, la coppia improbabile che si unisce man mano che il viaggio avanza, fino alla conclusione inevitabile secondo la quale il vero viaggio è stato quello alla (ri)scoperta di sè stessi (per la donna) o semplicemente un percorso di crescita (per il bambino), un grand tour di pura formazione in chiave odierna, fra miserie e disillusioni. Nella sceneggiatura che il regista scrive in collaborazione con Marcos Bernstein e Joao Emanuel Carneiro non mancano gli sbocchi patetici, anche se una nota positiva assoluta va senz'altro ritrovata nel saper generare e mettere in scena una coppia composta da una donna adulta e da un bambino che non ha nulla a che fare con i più classici stereotipi madre/figlio; la dolcezza e la protezione che all'inizio mancano del tutto nel rapporto, però, verranno a manifestarsi un po' alla volta, con il procedere del cammino del duo. Sulla scelta del finale straziantemente lacrimevole, inutile discutere. Se Fernanda Montenegro era già nota come volto televisivo brasiliano, la carriera del piccolo Vinicius De Oliveira comincia invece qui, e proseguirà a lungo; di Salles fino a quel momento si erano visti quasi soltanto dei lavori documentaristici a uso televisivo; dopo Central do Brasil la sua carriera a livello internazionale decollerà. 5,5/10.
Dora, donna sola di mezza età, scrive lettere per gli analfabeti e ha perso ogni fantasia nella sua vita; un giorno si ritrova a dover badare al piccolo Josuè, la cui madre è appena morta in un incidente d'auto. La strana coppia si mette alla ricerca del padre di Josuè.
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