Regia di Walter Salles vedi scheda film
Rivestito da una tristezza dignitosa che non è mai sguardo commiserevole e piagnucoloso verso la sua gente, il film di Salles guarda con occhio iperrealistico la miseria del Brasile, aiutato da una superba fotografia, attori eccellenti e una musica di struggente bellezza.
Saudade. Saudade dall'inizio alla fine per questo film che ha fatto incetta di premi (l'Orso d'oro a Berlino è il più significativo, mentre alla consegna delle statuette Hollywood gli ha preferito ingiustamente La vita è bella). La storia è quella di cassavetesiana memoria (leggi Gloria - Una notte d'estate) di una donna sulla sessantina (Montenegro), che scrive lettere per gli analfabeti decidendo poi se è il caso di recapitarle o meno (lo abbiamo visto nel finlandese Posta celere), la quale si trova a dovere girare le terre polverose del Brasile per consegnare un piccolo orfanello al padre che non ha mai conosciuto, evitandogli così la fine alla quale tanti bambini brasiliani sono destinati: quella della morte prematura per la vendita degli organi. Dopo un'odissea scandita da sorprese e colpi di scena, il bambino approda finalmente alla casa dei fratellastri, dove gli verrà consegnato un futuro migliore.
Rivestito da una tristezza dignitosa che non è mai sguardo commiserevole e piagnucoloso verso la sua gente, il film di Salles guarda con occhio iperrealistico la miseria del Brasile, aiutato da una superba fotografia, attori eccellenti e una musica di struggente bellezza.
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