Regia di Laís Bodanzky vedi scheda film
Neto è un adolescente ribelle, in perenne scontro con i genitori. Quando suo padre gli trova addosso, per caso, uno spinello, lo fa rinchiudere in una clinica per drogati. Per Neto è l'inizio di un incubo.
Al di là di una messa in scena piuttosto spartana e di certe soluzioni narrative ingenue – non poco come limiti, insomma – Brainstorm è un film dai contenuti importanti, assolutamente da non trascurare. È una crociata contro le deviazioni del sistema sanitario brasiliano, accusato platealmente di lucrare sui ricoveri più o meno sensati, più o meno motivati di pazienti destinati a subire tormenti, cure superflue e perfino vere e proprie torture. Làis Bodanzky sceglie, per questa che è la sua opera prima a soggetto dopo la co-direzione del documentario Cine Mambembe (1999), di portare sul grande schermo l’autobiografia di Austregésilo Carrano, vittima esemplare di questo tipo di crudeltà; con una sceneggiatura firmata da Luiz Bolognesi (che qui ha anche un ruolo di coproduttore e una particina come attore) Bodanzky offre un crudo spaccato verista di una situazione abbondamente sopra al limite del tollerabile. Non male il protagonista Rodrigo Santoro (lo rivedremo in seguito anche a Hollywood), apprezzabili in generale le scelte di casting, con una serie di interpreti tutti in parte fra cui spiccano Altair Lima e Othon Bastos; nonostante si tratti di una coproduzione italo-brasiliana e la Rai (Rai Cinema) metta i suoi soldi e quindi anche i nostri, di Brainstorm non si avrà mai traccia sul suolo italiano. 4/10.
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