Regia di Joe D'Amato (Aristide Massaccesi) vedi scheda film
Caribou, giocatore di poker sopraffatto dai debiti, diventa fuorilegge; il suo principale avversario è il sergente Cormack delle Giubbe rosse, che peraltro ha un ottimo feeling con la moglie di Caribou.
Verrebbe da pensare "il Joe D'Amato che non ti aspetti": ma in fin dei conti dal versatile talento di Aristide Massaccesi - vero nome del regista - ci si può ragionevolmente attendere di tutto. Compreso questo mezzo western / mezzo Zanna Bianca, lavoro 'di genere' con qualche ambizione commerciale (il budget non sembra neppure infimo, vedendo la confezione), passato però inosservato o quasi. E a ragione: le due componenti di base non si amalgano bene nella sceneggiatura che il regista firma insieme a Claudio Bernabei: troppo moscia la prima (per nulla 'spaghetti', cioè violenta e amorale), con un Fabio Testi che non potrebbe intimorire una mosca; troppo approssimativa la seconda, girata senza tanto impegno e senza memorabili sequenze con protagonisti il cane e il bambino (Renato Cestiè). Perfino una scena brutale come quella in cui il cattivo apre il fuoco senza motivo sul cane risulta fasulla, diretta con la mano sinistra. Fra gli altri interpreti, Lionel Stander, Guido Mannari, Lynne Frederick, Robert Hundar; D'Amato - qui anche direttore della fotografia - era attivo dietro la macchina da presa dal 1972 e aveva già diretto una decina di film (!), fra cui commedie, spaghetti western veri e propri, thriller ed erotici: proprio in quest'ultima categoria si specializzerà, di lì a poco, sconfinando pure nella pornografia. 2/10.
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