Regia di Jacques Becker vedi scheda film
Comincia in modo tutto sommato normale, quasi banale, e sembra incanalarsi entro le coordinate del filone carcerario. Si disinteressa del contesto (quasi nulla ci viene detto degli altri personaggi della prigione e del mondo esterno, addirittura si evita di inquadrare in viso il padre di uno dei protagonisti durante un colloquio in parlatorio) e si concentra sui detenuti chiusi in una cella che diventa il trampolino di lancio per l’avventura. Si prende i suoi tempi, a volte in modo che può apparire eccessivo: la rottura del pavimento della cella viene seguita quasi in tempo reale, ci sono anche episodi gratuiti (es. quello dei due idraulici) ma che lì per lì non è evidente che siano tali, potrebbero nascondere qualcosa. Riesce ad appassionare, pur limitandosi semplicemente a raccontare la storia di cinque uomini che scavano un buco: una storia di amicizia, di fedeltà a un codice morale, di tradimento e di voglia di libertà (splendida l’unica visione del carcere visto da fuori, da un tombino sollevato sul livello stradale, durante l’avanscoperta la sera prima dell’evasione).
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