Regia di Jacques Becker vedi scheda film
E' un capolavoro, tanto che le 2 ore e 20 non si sentono passare. Neppure le inquadrature ferme per lungo tempo sullo scavo del buco del titolo o i primi piani di oggetti e azioni di preparazione della fuga hanno alcunché di noioso. E' la sapienza del regista a rendere tutto interessante, solido, serio, intenso. E' un film che potrebbe piacere anche al grande pubblico, una volta che avesse lasciato cadere i soliti pregiudizi (vecchio, bianco e nero, ecc.). I personaggi sono tutti ben definiti, sia tramite e i dialoghi che tramite le minime espressioni dei loro volti (e qui tanto di cappello al reigsta). Il belloccio con la faccia da bravo ragazzo (invece falso e ipocrita), ruffiano e mellifluo, è cresciuto tra la bambagia ed è stato viziato in ogni modo. Il risultato è che è diventato una persona inaffidabile, opportunista, che non sa trattenere i suoi impulsi, simulatore, debole e sommamente egoista. Questo è il sempre il risultato di una simile educazione. Gli altri del gruppo, invece, tutta genete che ha avuto una vita dura, sono solidali, leali, sinceri, seri e collaborativi. Il reato per cui sono stati messi dentro non si conosce, ma non è qualcosa che fa di loro individui cattivi e violenti. Sono migliori di molti altri che sono in libertà. E' davvero bello vedere nel film con quanta serietà, impegno e precisione preparano la fuga. La vicenda finisce per essere metafora dell'instancabile lotta per una vita libera e felice, una lotta nella quale si profonde tutta la propria intelligenza e il proprio impegno. Il regista mette in evidenza sia questi sforzi che le continue umiliazioni della vita del carcere e della vita. A tal proposito bastino ricordare la perquisizione dei pacchi e delle celle. Indipendentemente dalle idee politiche di Becker - di cui so poco e di terza mano - nel film non vi è la minima traccia di marxismo, contrariamente a quanto taluni marxisiti pretendono.
Cosa cambierei? Niente cha abbia a che fare con chi ha realizzato il film. Me la prendo con i distributori odierni, i quali hanno modificato il formato dell'immagine. Fino ad alcuni anni fa la pellicola circolava (per quel poco che circolava) nel suo formato originale di 1:66 (controllare su imdb.com), che anche la Rai passava. Ora è stata ridistribuita in formato 1:85 (o anche più stretto), che la Rai ha acquistato, il che comporta che le teste degli attori siano spesso parzialmente fuori campo, come anche altri particolari (osservate il buco nel pavimento mentre lo scavano, è per metà fuori campo). In ogni caso l'inquadratura ridotta si sente, e pesa per tutta la durata del film. Queste operazioni, dettate da motivi incomprensibili (far sembrare il film più nuovo? fare che si adatti meglio alla tv 16/9?), sono persino più fastidiose del pan & scan che ha imperato per anni nei film trasmessi in tv (l'ingrandimento dell'immagine per eliminare le bande nere). Lì infatti si perdevano parti d'inquadratura ai lati, qui sopra e sotto, il che è peggio. Ma insomma, cosa dovremo fare perché i distributori odierni rispettino i formati originali e la smettano di manipolarli? Prima il pan & scan e ora questo. Osservate anche Eyes Wide Shut di Kubrick: girato in 4:3, l'ultima edizione in dvd lo offre in 1:78. E' proprio il caso di dirlo: il lupo perde il pelo ma non il vizio.
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