Regia di Jacques Becker vedi scheda film
Capolavoro che mette insieme realtà e destino fatale dove non ci può essere evasione.
La libertà è un qualcosa che si apprezza solo quando ci manca. Dividere uno spazio piccolissimo con altre quattro persone diventa un problema enorme se non hai niente da fare è pure peggio. Il lavoro per i nostri non è pero un passatempo ma fa parte del piano per lasciare prima del tempo quello spazio minimo. L’arrivo del quinto uomo mette gli altri di fronte al dilemma se coinvolgerlo o meno nella loro volontà di evadere. I quattro hanno solo da guadagnare dalla possibile fuga e non hanno nessun dubbio sul da farsi devono però capire quanto rischia il nuovo arrivato, se ha commesso o è accusato di un crimine importante quanto il loro. Il nostro galeotto avendo tentato di uccidere con intenzione la moglie può essere degno di fiducia da parte degli altri che non vedono l’ora di cominciare a bucare il loro piccolo spazio. L’intimità forzata tra i cinque diventa subito complicità e unità di intenti e il lavoro viene diviso nell’interesse comune. Sotto la loro cella c’è uno spazio che porta ai sotterranei della prigione quindi alle fogne e alla libertà desiderata. Il piano d’evasione e ben congegnato da uno dei cinque che conosce bene la struttura del carcere avendoci lavorato. Il film riporta con realismo tutte le fasi cosi come entriamo nella loro cella, la viviamo con loro e sentiamo la loro fatica quotidiana. In quel contesto non devi sbagliare, sei sempre controllato nulla è scontato e tutto è dovuto ai tuoi controllori, devi essere predisposto a calcolare tutto e ad avere pazienza. Il nostro, che ha sposato una donna più vecchia ed è diventato l’amante della giovane cognata, sembra svagato distratto non rendendosi quasi conto di dove si trovi. Appare estraneo alle logiche del carcere quando per due volte viene graziato dal direttore che non lo punisce e che diventa ai suoi occhi una persona buona aldilà del ruolo che svolge. Il quinto uomo farà fallire il sogno di libertà degli altri nel momento che il passaggio verso l’esterno è pronto e lasciando l’impressione di un personaggio entrato in quella cella solo per ristabilire legge e ordine come un deus ex machina che risolve la storia. Il suo trasferimento permette a noi di vedere il tentativo di evasione diventando quindi gli occhi del regista che si serve di lui per entrare nel piano e farlo fallire.
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