Regia di Gian Luigi Calderone vedi scheda film
Inizio Novecento, durante una vacanza sulle Alpi si incontrano - e si piacciono - i giovani Franz e Lotte. Ma anche il padre di lui e la madre di lei vanno incontro a un flirt che, naturalmente, è destinato a influire su quello dei figli.
Strano destino, quello di Gianluigi Calderone: entrò nel cinema giovanissimo, come aiuto di Bernardo Bertolucci (Partner, 1968; Amore e rabbia, 1969) e arrivò pochi anni dopo alla regia per il grande schermo con Appassionata (1974), che sfoggiava un duo di protagoniste alle prime armi, affascinanti e di futuro, enorme successo: Eleonora Giorgi e Ornella Muti. L'impatto fu tale che questa opera seconda, cioè La prima volta, sull'erba, si ritrovò catapultato a Berlino e in odore di Orso d'oro. Che non arrivò, ma già la partecipazione a un festival internazionale pare oggi assolutamente incomprensibile per un lavoruccio di siffatta, modestissima risma. Non brutto di per sè: ma pretenzioso e, a tutti gli effetti, poco originale, poco personale. Caratterizzato da echi viscontiani molto blandi, impegnato in una ricerca estetica fine a sè stessa, il film si avvale di collaboratori tecnici di valore (scene di Franco Velchi, musiche di Fiorenzo Carpi, montaggio di Nino Baragli, fotografia di Marcello Gatti) e di un cast artistico che annovera, fra gli altri, la diciassettenne Monica Guerritore al suo primo ruolo di rilievo, Anne Heywood, Claudio Cassinelli, Mark Lester, Bruno Zanin. La sceneggiatura porta la nobile firma di Vincenzo Cerami accanto a quella del regista; in definitiva però la pellicola non va oltre gli standard di un generico melodramma tanto patinato quanto stanco. Lo 'strano destino' di Calderone fu poi quello di rimanere ai margini del cinema per dedicarsi quasi esclusivamente a dirigere serie televisive. 3/10.
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