Regia di Aldo Lado vedi scheda film
Due ragazzine dalla Germania vanno in treno in Italia per le feste natalizie. Una è la figlia di un chirurgo. Sul treno due malviventi stuprano e uccidono le giovani; il dottore decide per la vendetta privata.
E' un poliziesco all'italiana a tutti gli effetti, L'ultimo treno della notte, ma... senza la polizia. Poco cambia a ben vedere rispetto ai vari commissari e ispettori senza scrupoli, al di sopra della legge, che popolavano i contemporanei film di città violente e malavita indisturbata al comando: sebbene avessero un distintivo, essi lo rinnegavano in ogni modo. Qui il chirurgo interpretato da Enrico Maria Salerno non ha nemmeno bisogno di fare tanto, essendo un comune libero cittadino; la sua vendetta privata è d'altronde materia cronachistica, originale ma estrapolata qua e là dai quotidiani dell'epoca, i terribili anni di piombo; Cerami e Monicelli perfezioneranno la formula tre anni più tardi in Un borghese piccolo piccolo. Lado, regista e sceneggiatore (qui insieme a Renato Izzo) non fra i più celebri, in verità se la cava abbastanza dignitosamente, confezionando un impietoso ritratto della violenta contemporaneità con l'ausilio di un cast tecnico e artistico importante: oltre al citato Salerno compaiono infatti in scena Flavio Bucci, Franco Fabrizi, Macha Meril e Marina Berti; la colonna sonora è di Ennio Morricone e la fotografia di Gabor Pogany. Certo, i caratteri dei personaggi sono spigolosi, non troppo raffinati, ma sempre di più della media del cinema 'di genere' di quei tempi; la violenza e il sangue sono messi in scena in modo abbastanza approssimativo, ma la tenuta narrativa è buona e la suddivisione in due netti tronconi (il tragico viaggio / la vendetta) funziona. 4,5/10.
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