Regia di Aldo Lado vedi scheda film
Divenuti nei decenni seguenti all'uscita titoli di culto,molti film passati nelle sale frettolosamente o trattati con noncuranza,quando non con sdegno,dalla critica ufficiale,oggi sono considerati molto di più dai cinefili:western,poliziotteschi,horror,ma anche drammi violenti come questo "L'ultimo treno della notte" sono oggi pellicole su cui si dibatte,e si tende a trovare lettura del tempo in cui erano state realizzate,valutarne positivamente gli aspetti tecnici e subire il fascino incontrastato di un "dirty pleasure" ottenendo consensi presso coloro che non lo avevano mai ammesso,ma non disdegnavano è cosa ormai facile. Una storia empia,che si ricollega sia a "La fontana della vergine" che "L'ultima casa a sinistra",vede due povere ragazze finire nelle mani di due balordi che,su suggerimento di una bella signora che si rivelerà sadica e morbosa,le sequestrano e violentano dentro lo scompartimento di un treno,uccidendone una e causando il suicidio dell'altra.Quando parrebbe che il trio di anime lerce l'abbia fatta franca,ci si mette la sorte a far loro incontrare il padre di una delle loro vittime.Lado mette su un gioco al massacro particolarmente crudele,in cui la malvagità vera e propria della signora-bene Macha Meril si mescola alla violenza indomabile del duo di perdigiorno e alla laidissima compartecipazione del "signore per bene" Franco Fabrizi (in un ruolo che finalmente porta alla luce la sinistra componente del suo porsi),spandendo sesso imposto,violenza feroce,e vigliaccheria di vario livello e tipo.A livello di tensione,il film funziona,non accenna a nessun ribaltamento della storia in positivo,sottolineando le brutture di ognuno,tranne delle due disgraziate che vanno incontro ad una fine orrenda.Semmai,a sceneggiatori e regista,preme specificare che la "buona borghesia" è un covo di violenza,sia che mellifluamente approfitti di momenti lontani dall'occhio altrui per perpetrare depravazioni varie,sia che per scavalcare la legge e agire oltre lo Stato,fa presto a riscoprire l'istinto omicida.e ricorrere ad una brutalità che sente legittimata dalle proprie motivazioni.Il film mette anche troppa carne al fuoco,se volesse parlare per metafore,va abbondantemente sul grandguignolesco,e meritano una menzione gli interpreti,più che dignitosi (quattro dei quali,utilizzati nei ruoli maggiori,hanno lavorato con Argento):la vendetta fiera e terribile si svolge negli ultimi dieci minuti,quando il chirurgo interpretato da Salerno ha la consapevolezza di chi siano quelle tre strane persone che ha ospitato. Crudele,un pò troppo compiaciuto,ma girato con abilità.
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