Regia di Antonio Padovan vedi scheda film
Elon Musk a Rovigo, ovvero: il Motore a Nebbia. (BoosterMan!)
Astronauti arginati a Rovigo (ben lontani dall'auto-schiantatosi rendendosi defunto Michael "Mad Mike" Hughes). Con un tocco poetico bradbury-padano-steampunk: il propellente a nebbia (che ricava idrogeno e ossigeno scindendo il vapore acqueo condensato onnipresente in loco).
Esagerando, si potrebbe affermare che Antonio Padovan (“Finché c’è Prosecco c’è Speranza”), qui alla sua convincente opera seconda, da lui sceneggiata con Marco Pettenello (oltre al Prosecco: Mazzacurati, Segre e “Lontano Lontano”), e già conferma di un bel talento (sempre che non venga presto inglobato nella fiction italica media, e sia mai che invece la sappia sfruttare al meglio come recentemente fatto - per rimanere in zona Profondo Veneto - da Daniele Vicari con “l’Alligatore”), ha assimilato tanto la lezione spielberghiana (“anche” se cita Yoda), specialmente nel prologo realista e meraviglioso e nell’epilogo fantastico e magico, quanto quella a lui più finitima, di Carlo Mazzacurati (e più che all’ultimo periodo - la Lingua del Santo, la Giusta Distanza, la Sedia della Felicità - penso agli esordi di “Notte Italiana”).
- “Lavori sempre tu? Non ti distrai mai, un minimo di evasione!”
- “Evasione da cosa? Non son mica in galera.”
- “Sì va beh, però… Perché non facciamo qualcosa che ti piace? Vogliamo prendere un altro pollo?”
- “No.”
- “Andiamo al mare! Ti piace il mare?”
- “No.”
- “A Venezia?”
- “Col cazzo!”
Finalmente (ri)uniti, Giuseppe Battiston (“Pane e Tulipani”, “Agata e la Tempesta”, “A Casa Nostra”, “Non Pensarci” - il film e la serie -, “Io Sono Li”, “la Prima Neve”, “Zoran, il Mio Nipote Scemo”, “Troppa Grazia”, “Hotel Gagarin”) e Stefano Fresi (“Smetto Quando Voglio”, “i Delitti del BarLume”, “il Regno”) insieme funzionano alla grande: i caratteri rimangono dicotomici, mentre le recitazioni sono complementari.
Invece un’ora e mezza è un po’ poco (non essendoci, di primo acchito e tutto sommato, parti eccedenti e superflue) per integrare alla perfezione il resto del cast, e a farne le spese non sono i personaggi interpretati da Roberto Citran (in un ruolo consono: ‘n do’ lo metti sta, un’autentica garanzia: da Mazzacurati, Soldini, Piccioni, Segre, Wetzl, Labate, Archibugi, Marengo, Maselli, etc..., passando per Zoran/Prosecco e giungendo sino al recente "Letto Numero 6"), Luisa De Santis (bellamente velenosa), Vitaliano Trevisan (SISMIcamente - ora AISE: ma il film è ambientato a metà anni zero - mefistofelico), Teco Celio (fortunatamente immancabile, anche lui direttamente dal bar di Zoran con Prosecco e da decine di altri lavori a cui dona - troppa grazia! - la propria presenza), Ludovica Modugno e men che meno quello messo in scena da Flavio Bucci (qui alla sua ultima prova), ché l’unica posa a sua disposizione (sfruttata egregiamente, trattandosi di un attore d’immenso talento) è giustamente tale per questioni di architettura narrativa, ma quello incarnato da Camilla Filippi (“la Meglio Gioventù”, “Buoni a Nulla”, “Tutto Può Succedere” e “la Stanza”), a cui poteva essere consegnata qualche interazione in più. Per finire, due camei per Tito Stagno e Gian Antonio Stella, insieme in una intervista finta-ma-vera traslata dal CorSera a Rai3.
Fotografia di Duccio Cimatti (“Rosso Malpelo”, “Malavoglia”) e montaggio del capitano di lungo corso Paolo Cottignola (Olmi, Mazzacurati e “la Pelle dell’Orso”). Ottime musiche… johnwilliamsiane di Pino Donaggio ["Io Che Non Vivo (Senza Te)" più "Blue Moon" e l'inno della Roma].
Effetti Speciali: LightCutFX.
Produzione: Ipotesi Cinema (Elisabetta Olmi), Stemal Entertainment (Donatella Palermo), Rai Cinema, MiBACT e Regione Veneto.
* * * ½ (¾) – 7.25
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Marte. Lo StarShip (lo spacecraft) - senza scordare il lavoro svolto "a Terra" del Super Heavy (il rocket/booster) - di SpaceX, con i rover Tesla.
Domani, 2 febbraio 2020, da Boca Chica, Texas, è previsto il primo test di volo ad alta quota semi-"suborbitale" per l’SN9 (il secondo in assoluto per uno StarShip, dopo quello sull’SN8 del dicembre scorso), mentre il prototipo dell’SN10 è già in pista…
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