Regia di Antonio Padovan vedi scheda film
A dirigere Il grande passo è Antonio Padovan. regista e sceneggiatore italiano. Nato nel 1985 a Vittorio Veneto, Padovan a 22 anni si è trasferito a New York, dove ha iniziato a lavorare nel mondo del cinema e della pubblicità, dividendo il suo tempo tra Stati Uniti, Europa e Asia. Nel 2013 ha scritto e diRetto Jack Attack, segmento horror del film a episodi All Hallow's Eve 2. Come cortometraggio singolo il film viene invitato a più di cento festival, ricevendo decine di premi e riconoscimenti, e venendo acquistato, tra gli altri, da Magnolia, RAI e Mediaset. Nel 2015 ha vinto il Premio Speciale Giotto al Giffoni Film Festival. Nel 2016 ha girato il suo primo lungometraggio Finché c'è prosecco c'è speranza, un giallo tratto dall'omonimo romanzo di Fulvio Ervas, con protagonista Giuseppe Battiston. Il film è uscito con successo nelle sale italiane nell'autunno del 2017 ed è stato distribuito all'estero da Fandango con il titolo The Last Prosecco, vincendo diversi premi internazionali: in Italia è stato nominato a tre Globi d'Oro (miglior opera prima, miglior sceneggiatura e miglior fotografia) e un Nastro d'Argento (miglior attore protagonista).
Protagonisti di Il grande passo nei panni dei fratelli Dario e Mario Cavalieri sono gli attori Giuseppe Battiston e Stefano Fresi, per la prima volta nei panni di due fratelli.
Battiston, alla sua seconda collaborazione con Padovan è Dario, che vive in mezzo alla campagna veneta, in un antico casale in prossimità dell'argine del Po, affondato nella nebbia. A differenza del fratello ha un bel ricordo del padre, da cui ha preso la passione per le invenzioni, i lavori manuali e le imprese impossibili. Quando era bambino, la notte in cui l'uomo ha messo piede per la prima volta sulla luna, suo padre gli ha insegnato che ciò che ci rende quello che siamo sono i sogni. Ostinato, geniale e monomaniaco, visto dai compaesani come un matto, Dario ha dedicato la sua vita a un'impresa molto ambiziosa, per non dire impossibile: vuole riuscire ad andare sulla luna.
Fresi, reduce da Ma cosa ci dice il cervello, è invece Mario, che vive a Roma e gestisce un negozio di ferramenta insieme alla madre. Quando era un ragazzino, un giorno suo padre è andato via e non è più tornato. Da bambino era un piccolo campione di atletica leggera, correva velocissimo, ma ha lasciato perdere, ha preso peso e adesso ciondola nella ferramenta, senza grosse ambizioni o curiosità, se non su cosa cucinerà sua madre per cena. Fin quando una mattina gli squilla il telefono: è l’avvocato di Dario, che gli chiede di recarsi in Veneto a occuparsi del fratello. Il padre, rintracciato al telefono, ha detto che lui non può assolutamente andare, e Mario è rimasto l'unico parente di quel fratello che quasi non conosce.