Regia di Damiano D'Innocenzo, Fabio D'Innocenzo vedi scheda film
Un film estremamente tragico, intenso e autentico.
Quel che più colpisce di Favolacce è l'autenticità, la crudezza delle immagini, dei dialoghi e della psicologia dei personaggi. Ciò è merito anzitutto dei due registi che danno vita a una narrazione angosciante e qua e là claustrofobica ma è merito anche delle interpretazioni degli attori, tutti straordinariamente credibili a partire da un Elio Germano più intenso che mai.
Dietro l'apparente normalità di una periferia romana, condita da un benessere superficiale e fasullo, da villette con giardino carine quanto vacue, vi sono famiglie alienate e allo sbando, affettivamente impotenti e malate, in cui i genitori sono intrappolate in nevrosi causate da vite asfissianti, rimpianti e sogni arroganti di scalata sociale con cui possano riscattarsi da un'esistenza umiliante. E' forse un'intera società quella alla deriva che vediamo in Favolacce, una piccola società in cui i bambini hanno già ben piantati nei corpi e nelle menti i semi della nevrosi, della cattiveria e della depressione. Vediamo quindi favole autenticamente nere che non possono che finire con la morte e con la tragedia ma che, forse, sono preferibili a una vita tanto angosciante e disumana.
A mio avviso Favolacce è un film sorprendentemente interessante, credibile, intenso e mai superficiale, che riesce a scioccare e segnare lo spettatore e a lasciargli numerosi spunti di riflessione. Inoltre il ritmo funziona e la tensione drammatica regge perfettamente.
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