Regia di Damiano D'Innocenzo, Fabio D'Innocenzo vedi scheda film
"Oh come t'inganni/se pensi che gli anni/ non hanno a finire/bisogna morire"
Ci sono due estremi in questo film: quello in basso è l’audio pessimo, affiancato a un romanesco spinto che non è il massimo, e che lascia sul campo decine di dialoghi incomprensibili (beati, anche in questo caso “inverso”, quelli che l’hanno visto in lingua originale coi sottotitoli...); quello in alto è il brano “La Passacaglia della Vita”, versione Rosemary Standley & Dom La Nena, che accompagna con molta eloquenza i titoli di coda. In mezzo, un film che mi ha molto colpito, se non altro perché ignoravo che il cinema italiano (che frequento volontariamente molto poco) sapesse esprimersi a questi livelli.
Poco coinvolto dall’eventuale messaggio sociologico, e relativamente poco anche dalla “trama” in se stessa (sempre di Favol(acc)e si tratta...) sono invece rimasto incantato da una regia/fotografia elegantissima, profonda e raffinata, oltre che intelligente nei tempi (dilatazioni precise, sospensioni incalzanti) e nei modi. Il collage dei personaggi trova una miscela riuscitissima nel dosaggio, nel peso specifico, e trova in qualche modo un “punto di forza” nella figura semi-nascosta dell’insegnante mefistofelico, foriero di quella morte che “bisogna morire” (canta la Passacaglia...)
Sempre difficile far lavorare attori così giovani: in questo film sono tutti oltre il “bravo”. Tra gli adulti: la somiglianza ormai inquietante di Germano con Robert De Niro (almeno nelle espressioni ruvide) è solo una sciocchezza rilevata dal sottoscritto, ma la somiglianza della loro bravura è un dato di fatto.
Un ottimo film.
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