Regia di Damiano D'Innocenzo, Fabio D'Innocenzo vedi scheda film
Pretenziosità altisonanti d'un giovane duo gemellare di registi già precocemente assurti al grado di "autori".
Favolacce (misteriosamente premiato per la sceneggiatura a Berlino) è un film faticoso, straniante, allucinante, tetro, morboso. A seconda dei casi, questi aggettivi – parrà forse un paradosso – nel mondo del cinema possono perfino assumere connotati in qualche modo positivi, dal punto di vista dell’arte. Non è questo il caso.
Favolacce (2020): Elio Germano, Barbara Chichiarelli, Giulietta Rebeggiani, Tommaso Di Cola
Siamo in presenza di un film che si è stuzzicati a vedere dal grande battage critico che lo precede e che, tragicamente, al momento della visione lascia allibiti, di fronte alla personale incapacità (dovuta, dicono, a deficienze mentali intrinseche) di comprendere le ragioni di tanto trambusto. Le ragioni che hanno portato certuni a ricoprire d’incenso film e suddetti autori. Quando Favolacce risulta essere film piuttosto banale che, a voler esser cinici, si potrebbe dire finisca quasi per autodefinirsi comicamente sin dal titolo, per non parlare poi della sarcastica “dichiarazione d’intenti” (“Quanto segue è ispirato a una storia vera. La storia vera è ispirata a una storia falsa. La storia falsa non è molto ispirata”). Già, decisamente non molto ispirata.
E’ quasi scontato dire si debba accettare, da prima ancora d’iniziare la visione, di trovarsi nell’alveo del racconto morale, della favola, in salsa extra dark, per così dire. Ecco, peccato solo che pure le favole debbano avere una qualche logica interna. Peccato che il destreggiarsi con la favola non giustifichi minimamente la mancanza d’immaginazione, anzi. Le favole spesso sono un tripudio d’immaginazione e inventiva, talora “brutta, sporca e cattiva”, talora no.
Mentre qui… la morale è scontata, e già vista e sentita mille altre volte, l’inventiva latita e le assurdità abbondano (le storie delle bombe fatte in casa e del veleno da sole sembrano quasi spunti involontariamente nonsense).
Favolacce (2020): Tommaso Di Cola
Come al solito, poi, quando si ha a che fare con certo cinema “indie” a quanto pare ci si deve rassegnare a sopportare tutta una serie di pretenziosità stilistiche di cui s’è fatto già cenno. E così via libera a sequenze interminabili (possibile che, per dimostrare un qualsivoglia punto, si debba far sorbire agli spettatori 2 minuti 2 di taglio di capelli con tanto di rasoio trafora-timpani?), inquadrature “ricercate”, sfocature ai lati, grandangoli a casaccio ecc.
In aggiunta, i personaggi sono abbastanza stereotipati, un poco piatti e in certi casi forse anche un poco improbabili, il messaggio “urlatissimo” ad ogni pie’ sospinto, e quindi il film fatica a coinvolgere, e non suscita neanche particolare angoscia (come parrebbe nelle intenzioni dei registi), ma piuttosto insopprimibile tedio.
In definitiva, si può ragionevolmente supporre le intenzioni fossero “buone” (anche se forse un po’ troppo didattico/didascaliche), l’unico problema è che è il risultato finale a non esserlo, altrettanto buono.
Favolacce (2020): Elio Germano
Nota a margine: è possibile che, ancora una volta, in un film italiano si debba fare così tanto fatica a capire cosa dicano i personaggi, in alcuni punti? (Un paio d’esempi: quando i due “migliori padri che io conosca” [cit.] machisti e sessualmente frustrati parlano tra loro a bassa voce, non ho captato che un paio di parole; quando il ragazzino e la ragazza “iper-dotata” memore probabilmente, come già notato da altri, della tabaccaia di Amarcord hanno un breve scambio sul bus: ebbene, l’avrete già indovinato, non ho sentito quasi nulla). Boh, forse, dico forse, il tutto è dovuto unicamente al mio udito e/o al mio impianto stereo, eh, possibilissimo.
Favolacce (2020): scena
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Massacrato...fa veramente così schifo? Io ne sento parlare un gran bene, in ogni caso il cinema italiano indipendente va supportato a prescindere dalla qualità e tu l'hai fatto. Quando lo vedrò anch'io ti darò il mio parere, per ora resto col tuo disappunto e anche di molti altri vedo su FilmTV...
Beh, oh, non schifo ai livelli di, non so, Senti chi parla 2 XD
Ma infatti per me un problema è stato proprio l'acclamazione critica che mi ha spinto a vederlo, aspettandomi un bel film e invece: un filmetto.
Guardalo che poi ognuno ha le sue percezioni e le sue sensibilità...
Sì lo guarderò per farmi un'idea, anche perché mi interessa sostenere il cinema emergente.
Anche io pensavo di star diventando sordo, meno male che mi confermi che certi dialoghi proprio non si sentono. Comunque condivido la delusione, anche alla luce del fatto che l'esordio dei fratelli, La Terra dell'abbastanza, mi era piaciuto.
Sì sì, non siamo i soli, in molti l'hanno rilevato: in certi casi non si sente assolutamente nulla (anche se c'è chi l'ha giustificata come una precisa "scelta autoriale", bah).
Veramente una delusione.
Leggo cose strabilianti in giro e cominciavo a preoccuparmi fossi l'unico scemo che l'ha trovato assurdamente rivoltante tanto da bruciare anche quella manciata di frames di buon cinema...
A venir sfidata è certamente la pazienza e la sopportazione degli spettatori. Se non rivoltante, minimo minimo irritante.
Una piccola nota a margine, non tanto sul gradimento o no (a me per esempio è piaciuto parecchio) del film, ma sul suo audio.
Io il film l'ho visto al cinema e non ho avuto particolari problemi a comprendere quasi tutto, a parte il mio "solito", ma è problema mio appunto :), non capire bene il dialetto romanesco per via del suo essere spesso strascicato e biascicato, specie se in forma più "dialettale" (come mi pare qui sia) che non "italiano ma con accento romano" (per me la differenza è importante).
Ciò detto, credo che la scena dove i due padri parlano della donna che stanno guardando in termini a dir poco volgari sia volutamente resa in quel modo, cioè parlata in maniera più sommessa e quasi animalesca, proprio per dare ancor più l'idea del loro grado di "bestialità" (almeno io l'ho interpretata così e qui la scelta, se davvero è tale, mi è piaciuta).
Discorso diverso invece per almeno un paio di altre scene per chi ha visto (tu sei tra questi, temo) la versione in streaming TV (perlomeno è sicuramente così con quella quando il film uscì un paio di mesi fa su varie piattaforme, poi recentemente mi auguro l'abbiano migliorato): l'hanno ammesso gli stessi registi scusandosi (ma qui la colpa non è certo loro, al di là di come la si pensi sul film) che chi ha curato la "trasposizione" per lo streaming deve aver cannato qualcosa con l'audio, e infatti è come dici, in tantissimi altri come te han purtroppo riscontrato quel problema che ha un po' compromesso la comprensione di alcuni passaggi.
Ciao!
"Almeno io l'ho interpretata così".
E hai interpretato bene.
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