Regia di Alessandra Mortelliti vedi scheda film
FESTA DEL CINEMA DI ROMA - ALICE NELLA CITTA' - PANORAMA ITALIA - OPERA PRIMA
La vita da quasi diciottenne schivo, timido e asociale, si complica, per il riservatissimo e sensibile Rocco, a causa della difficoltà non tanto ad accettarsi per come si egli ritrova ad essere, quanto piuttosto a farsi accettare, presso il piccolo centro abitato in cui egli ha avuto la sorte di nascere e crescere, attorniato da una fauna umana che lo guarda con indifferenza, o nemmeno si accorge di lui, o lo utilizza talvolta come oggetto e vittima designata di fenomeni di arrogante e prevaricante intolleranza.
L'attrazione che Rocco prova per il più bello e conteso compagno di classe, l'attenzione che lo stesso protagonista suscita nella stramba ragazza - pure lei asociale - che gli si para dinanzi, comprendendolo finalmente dopo tanta, troppa crudele indifferenza, faranno maturare in Rocco la scelta di fuggire da quel malsano e soffocante centro paesano, seguendo i consigli e le amorevoli indicazioni che la affezionata zia zoppa del ragazzo, gli fornisce, aprendogli la strada per una nuova avventura di vita nella capitale.
Si tratterà di un percorso tortuoso e pieno zeppo di insidie, affrontando il quale tuttavia Rocco riuscirà a maturare una più consapevole considerazione di se stesso.
Nell'opera prima di Alessandra Mortelliti l'intensità d'animo che muove il motivato protagonista, funziona e si trasmette impellente e palpabile sullo spettatore, coinvolto in prima persona nell'esperienza di vita che fa spiccare il volo ad un cucciolo d'uomo insicuro e sin troppo trascurato o deriso.
Il piccolo, lodevole film purtroppo non è sempre in grado di riuscire a reggersi sulla gracilità dei propri presupposti, né di apparire supportato da una recitazione professionale che ne possa celare la fragilità di costruzione, un po' troppo ondivaga e condizionata da un percorso ad ostacoli un po' troppo forzato e prevedibile.
Ma l'intensità interiore dei giovani personaggi principali coinvolti, la drammatica condivisione dei crucci giovanili che diventano invalicabili come muri senza appigli da parte della gioventù che li vive e li subisce, emergono con la schiettezza e la sensibilità di chi ha saputo almeno coglierne la sottile drammaticità di fondo.
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