Regia di Isabella Sandri vedi scheda film
TFF 37 - AFTER HOURS Il confine è geografico, ma non solo: è linguistico, culturale, ma è soprattutto posto a discernere il sottile filo che separa il bene dal male.
Ammesso che esista, questo confine. Nelle amene valli del Trentino, una bimba figlia di un artigiano del legno scompare misteriosamente senza che se ne abbiano più tracce. Il caso inerente la sua sparizione pare archiviato, finché una solerte giovane poliziotta di origini miste tra rumeno ed altoatesine, che da tempo cerca di infiltrarsi in rete per stanare i più pericolosi pedopornografi in circolazione, nota in un video che la vittima designata parla l'idioma ladino che lei stessa conosce.
Attraverso questo esile ma fondamentale appiglio, la tenace poliziotta arriverà alla soluzione, non senza accusare violente ripercussioni psicologiche.
Nel contempo lo spettatore è agevolato a conoscere il dettaglio di quel malato rapporto che si sviluppa tra quel balordo rapitore, e la povera bambina.
Torna al cinema narrativo la collaudata e validissima coppia Isabella Sandri/Giuseppe Gaudino, quella di Animali che attraversano la strada, Giro di lune tra terra e mare e di Per amor vostro, per intenderci, con la Sandri stavolta impegnata nel timone di regia. Una tematica di fondo ostica, dura, spietata, mostruisa come è lo sfruttamento sessuale di minori, per un film che non si accontenta di raccontarci una tra le molte drammatiche vicende occorse, spingendosi invece ad indagare le varie psicologie che danno forza, da una parte, alla nostra tenace giivane poliziotta, di affrontare casi devastanri che lasciano inevitabilmente strascichi difficili da lasciarsi per strada; dall'altra il compito ancora più difficile di umanizzare e dare una ragione umana alle efferate gesta del balordo rapitore, che nella efferatezza del suo atto, riesce ad affezionarsi, ingenuamente ricambiato, a quella fonte di reddito che per lui è diventata la bimba di cui si è impossessato.
Valido il cast che vede impegnati come protagonisti i validi giovani attori Cosmina Stratan e Moise Curia, a cui si affiancano l'ottimo ed ahimè compianto Salvatore Cantalupo e, in qualche posa per poco più che un cameo, la attivissima Valeria Golino.
E se la regia non presenta particolari guizzi inventivi, la forza e la lucidità del film consiste nell'aver giostrato con cura e pertinenza una materia composta di tematiche spinose, rischiose, ostiche, evitando facili derive consolatorie o retoriche melodrammatiche assolutamente inutili se non fuorvianti.
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