Due fidanzati americani in viaggio turistico in Grecia, decidono di intraprendere un percorso in auto fuori programma per evitare una manifestazione che avrebbe potuto arrecare disordini e problemi ai loro spostamenti. Guidando di notte lungo una strada di montagna tortuosa e buia, il ragazzo alla guida - ovvero il Beckett del titolo - viene colto da un colpo di sonno che lo porta fuori strada, vittima di un pauroso incidente in cui la macchina precipita in un dirupo, fino a fermarsi all'interno di una casa isolata, dopo averne sfondato il muro perimetrale.
Ferito ovunque ma cosciente, l'uomo constata che la sua ragazza ha riportato lesioni ben più serie che lo inducono a pensare al peggio, ma intravede anche, tra i vetri rotti del parabrezza, una figura di bambino dai capelli rossi che appare e poi scompare improvvisamente.
La polizia fa il sopralluogo, ma l'uomo, devastato da quel suo errore, racconta al poliziotto anche quel particolare del bimbo.
E la situazione precipita, trasformando l'uomo da vittima di una disgrazia, a ricercato numero uno da eliminare.
Riuscito a darsi alla fuga, Beckett dovrà cercare di raggiungere Atene e la sua ambasciata per cercare di salvarsi da un agguato dietro l'altro, senza peraltro conoscere i motivi per cui l'uomo è ricercato più morto che vivo, o comunque scoprendolo con sconcerto poco alla volta, lungo il suo concitato e travagliatissimo percorso costellato di agguati sanguinosi e di insidie da ogni angolo visuale.
Il fascino del fuggitivo perseguitato da complotti ben più grandi di lui, ha spesso ispirato al cinema, e prima ancora nella letteratura gialla, la creazione di opere di notevole valore artistico e di eccezionale presa sul pubblico.
Basti pensare agli eroi hitchcockiani perseguitati da un cospirazioni diaboliche ed impensabili, o al Fuggitivo di Harrison Ford che, tuttavia, ancora di meglio aveva fatto qualche anno prima diretto da Polanski nel perfetto ed adrenalinico Frantic.
Affascinato dalla tematica, ci prova anche il nostro Fernando Cito Filomarino a dedicarcisi, forte di una produzione che, grazie all'intervento di Luca Guadagnino in veste produttiva, può contare in un cast internazionale di prima grandezza, per nulla scontato in questi casi di produzioni nazionali.
E la storia, in effetti, si porta avanti grazie ad un complotto che si rivela davvero diabolico e ben organizzato.
Il problema più evidente del film è che, nonostante le buone intenzioni ed il valido apporto produttivo, il film cerca sin troppo di rendere "credibile" il contesto socio-politico che ha reso possibile il verificarsi di una simile caccia all'uomo, trovatosi a trasformarsi suo malgrado da vittima di una tragica fatalità, a fuggitivo per motivi che nemmeno lui riesce a comprendere.
I contesti, le scenografie, cercano di improntarsi ad un esasperato realismo, ma non fanno altro che infiacchire la vicenda, attorno alla quale ruotano personaggi che non riescono mai, nemmeno nelle fugaci apparizioni, a risultare in qualche modo empatici, e ad accattivarsi una certa stima dello spettatore (vedasi il personaggio interpretato dalla altrove spesso ottima Vicky Krieps e ad oggi una delle attrici più richieste e contese, qui costretta in un ruolo troppo scarnamente delineato che non le rende servizio alcuno).
Bravina Alice Vikander, ma relegata ad un ruolo che si svilisce in pochi minuti di recitazione, per inevitabili esigenze di sceneggiatura.
Ma il problema più evidente è quello rappresentato da John David Washington, che, ancora una volta, si dimostra (giudizio del tutto personale, ma supportato ormai da troppe deludenti occasioni) di una inespressività ed una atonia imbarazzanti, assurgendo al ruolo di star più sopravvalutata esistente sul mercato al momento attuale.
Certo al film va riconosciuto il fatto di sapersi districare dai soliti castranti vincoli di confine sotto cui spesso soccombono le produzioni di casa nostra, o di registi comunque connazionali.
E molto di questo merito probabilmente si deve alla presenza, in qualità di produttore, del già menzionato Luca Guadagnino, ormai molto ben a suo agio con produzioni di respiro internazionale.
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