VENEZIA 2020 - GIORNATE DEGLI AUTORI
Allegra vive di turismo senza nemmeno riuscire più a viaggiare. le crisi di panico di cui soffre la inducono a scrivere guide turistiche basandosi su impressioni altrui o su dettagli presi furtivamente da altre esperienze o scritti. Il giorno in cui la sua vita si incrocia con quella del suo vicino alcolizzato Benno, dopo essersi focosamente detestati, troveranno la forza di intraprendere un viaggio nei luoghi di origine di lui, alla ricerca di quella voglia di vivere che da troppo tempo manca ad Allegra, un nome che da troppo tempo non corrisponde al modo di essere della donna.
Giorgia Farina tenta di parlare di argomentazioni assai drammatiche ed urgenti mascherando con un certo tatto, ed altrettanto coraggio, il dramma che coinvolge e perseguita i due malcapitati, attraverso le dinamiche di un controverso e bizzarro diario di viaggio dai toni scanzonati e dalle imprevedibili derive, attorno al quale si intrecciano le vicissitudini di due, anzi tre attori di tre lingue e paesi differenti: l'italiana (ma anche un po' francese) Jasmine Trinca, l'inglese Clive Owen in un ruolo per lui assai insolito, e la francese Irène Jacob (magnifica attrice di rifermento dell'ultimo Kieslowski), moglie di lui quasi arresa al poter riavere un marito sobrio e fuori dal tunnel di un vizio che lo consuma sia fisicamente, sia moralmente.
Ne scaturisce una commedia insolita, certamente ambiziosa, ma anche bizzarra assai che perde gran parte dello smalto e dell'interesse man mano che la vicenda pare ripetersi e concentrarsi un po' troppo sempre sulla stessa dinamica concettuale.
Una sfida alla paura e alla dipendenza, ovvero a due mali che paiono difficilmente superabili in quanto ognuno figlio di un disagio interiore che finisce per dominare chi risulta vittima della propria insostenibile debolezza.
Un film bizzarro già solo nella scelta del cast variegato e per molti versi impossibile, che avrebbe meritato una scrittura un po' più accurata per centrare meglio un bersaglio che svia e vaga attorno a luoghi sperduti solo a tratti romantici, ed una più opportuna cura nel dettaglio dei doppiaggi, un po' lasciati al caso tra l'italiano maccheronico della moglie francese ed un inglese ed un italiano che paiono la stessa cosa in quanto frutto di un doppiaggio scriteriato che ne appiattisce completamente i dettagli.
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