Regia di Ettore Scola vedi scheda film
Ettore Scola nasce come sceneggiatore di uno svariato numero di commedie negli anni ‘50, spesso in coppia con Ruggero Maccari (scomparso nel ’89) o con altri giovani colleghi, a volte come “negro” cioè senza essere nemmeno accreditato. Negli anni ’60 scrive alcuni capolavori dell’imperante commedia all’italiana (FANTASMI A ROMA, IL SORPASSO, I MOSTRI, IL GAUCHO, IO LA CONOSCEVO BENE), poi esordisce alla regia dirigendo commedie/veicolo per V.Gassman protagonista istrionico e sopra le righe (LA CONGIUNTURA e L’ARCIDIAVOLO) e per A.Sordi, N.Manfredi e U.Tognazzi. All’inizio non era stato facile farsi largo tra i grandi e già affermati Comencini, Monicelli, Pietrangeli (scomparso nel ’68) e Risi, ma Scola è ostinato e nel ’69 con DRAMMA DELLA GELOSIA interpretato dal trio Mastroianni-Vitti-Giannini fa il pieno al botteghino e incassa buone attestazioni dalla critica. Nel ’74 gira C’ERAVAMO TANTO AMATI, uno stupendo film che racconta trent’anni di storia italiana, tre amici di sinistra e una donna, dalla Resistenza alle speranze del dopoguerra, dal Boom alle sconfitte degli anni settanta e con quattro attori da incorniciare (Gassman, Manfredi, Satta Flores e Sandrelli). Nel ’76 il sottoproletario e nerissimo BRUTTI, SPORCHI E CATTIVI, nel ’77 un altro capolavoro UNA GIORNATA PARTICOLARE con S.Loren e M.Mastroianni, tre anni dopo il corale LA TERRAZZA, nel ’86 sfiora la Palma d’oro a Cannes con LA FAMIGLIA nuovo splendido affresco sul Novecento visto da un interno.
Dopo alcuni alti (CHE ORA E', IL VIAGGIO DI...) e bassi nel 1998 con LA CENA ritorna a due dimensioni ideali del suo cinema, il racconto corale chiuso in un interno nella totale unità di tempo, luogo e azione; in un ristorante romano a 14 tavoli corrispondono altrettante storie con una quarantina di personaggi. Sotto gli occhi di Flora, l’elegante moglie del titolare sfilano le umanità più disparate: una madre e una figlia si confrontano, un maturo professore con giovane allieva, una donna e i suoi amanti, una famigliola giapponese e poi i cazziatoni tra cuochi e inservienti, una partita a carte tra amici e tanti altri piccoli e grandi drammi. Nella vasta filmografia del regista di Trevico, LA CENA è da includere tra le opere minori, questo ritratto della media-borghesia manca di cattiveria e perfidia, nota distintiva delle sue pellicole passate: la satira di costume leggera, l’ironia accompagna buona parte delle vicende, il retrogusto è amarognolo, ma è il buonismo tanto in voga nella seconda metà degli anni ’90 a prevalere su tutto il resto. Certo Scola e i suoi distinti co-sceneggiatori Furio e Giacomo Scarpelli e la figlia Silvia non pontificano, non lanciano messaggi o sottili metafore, raccontano semplicemente con garbo e un pizzico di sale tanti piccoli destini individuali senza grandi pretese. La direzione degli attori poi è una specialità di casa Scola, qui si sbizzarrisce con alcuni cavalli di razza come il simpatico e indimenticabile Gassman, la vaporosa Stefania Sandrelli, la sinuosa Fanny Ardant, l’infallibile Giancarlo Giannini, il viscerale Eros Pagni, Giorgio Tirabassi prima di essere inghiottito dalla fiction, il giovane feticcio Rolando Ravello, la provocante Daniela Poggi, il partenopeo Nello Mascia, altri invece sono abbozzati o quasi macchiette. I nomi da citare sarebbero tanti, tra i camei non va dimenticato il redivivo Ettore “Mamma Roma” Garofalo alias Buzzicchetto. Curioso il finale affidato alla magia irreale di un videogame.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta