Regia di Todd Haynes vedi scheda film
Todd Haynes, regista per cui ho avuto sempre un occhio di riguardo (ho visto e recensito su Film tv "Lontano dal paradiso", "Carol", "Io non sono qui", "Mildred Pierce", mentre mi piacerebbe rivedere "Safe" con la sua attrice feticcio Julianne Moore) approda con "Cattive acque" ad un film di denuncia civile molto in linea con le rivendicazioni ambientaliste e le lotte contro lo strapotere delle multinazionali che non si fanno scrupoli nell'avvelenare l'ecosistema e gli esseri che ci vivono, sia umani che animali. Si tratta probabilmente di un prodotto su commissione, svolto con il consueto impegno dal regista che garantisce come sempre una regia dinamica, attenta al ritmo generale dell'opera senza sacrificare il valore estetico di molte inquadrature e singole sequenze che anche qui si avvalgono dell'illuminazione raffinata e sapiente del direttore della fotografia Edward Lachmann, suo collaboratore di fiducia. Si ha l'impressione che rispetto ai precedenti melodrammi sulla condizione femminile che hanno segnato il coinvolgimento più genuino di Haynes, questo nuovo film sia forse meno sentito e non riesca del tutto a rinnovare le coordinate di un genere che al giorno d'oggi appare un po' usurato rispetto ai gloriosi esempi anni 70 di Alan J. Pakula che lo stesso regista cita come modello. È un cinema che risulta sempre dannatamente utile nello spalancare gli occhi dello spettatore su realtà di sfruttamento e di corruzione che hanno condotto a conseguenze a dir poco nefaste, ma meno sorprendente perché la sua formula è stata ripetuta fin troppe volte. Buono il cast con grossi nomi validamente utilizzati, soprattutto un Mark Ruffalo credibile nei panni dell'avvocato Robert Bilott che sfida in tribunale il colosso chimico DuPont, una Anne Hathaway intensa al punto giusto nelle scene chiave nella parte della moglie, un invecchiato Tim Robbins che spicca fra i comprimari. Consiglierei la visione per il valore anche etico-morale della trama, per il giusto apporto spettacolare della regia e per una sceneggiatura ben strutturata anche se un po' troppo verbosa, ma non lo metterei fra le migliori riuscite del regista.
Voto 7/10
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