Regia di Autumn de Wilde vedi scheda film
Downton Abbey ha fatto uno sfracello. Da quando è uscito nel 2010 ha riportato in auge l'english way of life ottocentesco tanto da generare una lista interminabile di epigoni, mediamente di buon livello, dato che in altri generi è possibile cavarsela con registi ed attori di basso lignaggio, ma se si affronta questo periodo ha senso farlo solo se si è ben corazzati, il pubblico interessato a questi film non si accontenta di poco. Rispetto alla sunnominata serie in verità qui siamo circa cento anni prima, nel periodo della Reggenza, ma il sapore non è poi tanto diverso, i palazzi sono gli stessi così come le dolci colline d'Albione ed i panorami mozzafiato. In questo inizio d'Ottocento l'aristocrazia inglese riesce a dare il peggio di se in quanto a frivolezza, ottusità e insensibilità, ed il piglio con la quale la regista affronta la narrazione è molto felice, l'ironia è sottile, immanente, pervade tutto il film, senza mai degenerare nel macchiettismo o nel cattivo gusto. Le interpretazioni sono tutte di rilievo, fotografia, scenografia, sceneggiatura, montaggio, ritmo sono ottimi, la regia è allo stesso tempo leggera e profonda. C'è anche qualche traccia di italianità: l'espressione "caro sposo" usata nell'audio originale, e brani di musica lirica nella lingua del bel paese là dove'l sì suona. La musica occupa un posto importantissimo e viene usata in modo magistrale: brani di musica classica e canzoni folk inglesi, tra le quali spicca la voce di Maddy Prior, cantante degli Steeleye Span.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta