Regia di Michelangelo Frammartino vedi scheda film
Si tratta del mio primo incontro col cinema di Frammartino, anche se sono molto curioso di vedere anche le sue opere precedenti, soprattutto "Le quattro volte". Da un po' di tempo ho sviluppato una certa resistenza al cinema iperdialogato dove la parola finisce per prevalere sull'immagine, e l'antidoto perfetto potrebbe essere proprio il cinema di Frammartino che praticamente rinuncia alla parola e ai dialoghi, qui ridotti ad espressioni dialettali incomprensibili o a parole come "Cala" e "frena" o "risali" che in rari casi si scambiano gli speleologi che devono scendere nella profondità dell'Abisso del Bifurto in Calabria, che poi sarebbe il Buco del titolo. Il film non ha trama, anche perché si tratta di un documentario, ma oltre alla spedizione speleologica ci mostra immagini della natura, degli animali e di alcuni uomini che vivono lì come pastori, di uno in particolare che nella parte finale assume un ruolo abbastanza di spicco (ma in ogni caso evito spoiler). Il regista lavora moltissimo sull'immagine, sulle variazioni luministiche all'interno del quadro affidandosi stavolta al consumato mestiere del direttore della fotografia svizzero Renato Berta, ma altrettanto sulla pista sonora ricchissima di suoni e rumori anche insoliti. Il risultato è sicuramente impegnativo e non alla portata di tutti, dato che ho letto che alla proiezione di Venezia molti spettatori hanno abbandonato la sala, ma per quelli intrepidi si tratta comunque di una sfida di livello elevato, un cinema purissimo che sacrifica le nozioni alla base del prodotto mainstream contemporaneo per concentrarsi sulla ricerca di immagini a loro modo comunque spettacolari ed uniche che vanno a comporre un frastagliato puzzle leggibile a diversi livelli. Non nego di aver avuto qualche difficoltà con i tempi di attenzione, ma in definitiva ripagata dal magistrale lavoro audiovisivo compiuto dal regista. Sembra che sia "Il dono" che "Le quattro volte" siano girati con lo stesso stile, e qualcuno dei meno favorevoli già parla di maniera. Sarebbe comunque la maniera di un Maestro dell'immagine.
Voto 8/10
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