Regia di Apichatpong Weerasethakul vedi scheda film
FESTIVAL DI CANNES 74 - CONCORSO
Una commerciante di fiori inglese si reca in Colombia, coniugando affari con la possibilità di andare a trovare la sorella, ricoverata in ospedale.
Giunta in loco inizia a soffrire di insonnia, afflitta da fastidiosi boati che le fanno esplodere la testa. Se in ospedale fa amicizia con una dottoressa che le fa conoscere i suoi studi su antichi ritrovamenti di ossa umane risalenti a 6mila anni fa, nel tempo libero si reca presso uno studioso di suoni per cercare di decifrare quel rumore assordante che la devasta.
Ma una volta catturato il rumore, la donna vuole capirne le cause e le motivazioni.
Lungo un viaggio nella foresta tropicale, l'incontro con un pescatore d'altura che vive come un eremita, riuscirà almeno in parte a chiarirle l'essenza di quel rumore stordente, che racchiude il segreto della memoria, e di conseguenza quello che custodisce i segreti delle nostre origini terrene.
Memoria, che segna l'atteso ritorno del talentuoso e un po' ostico regista thailandese Apichatpong Weerasethakul, e che finisce per essere senza rivali nel risultare il film migliore del Concorso a Cannes 74, ci trasporta in un viaggio misterioso, lento ma attanagliante, alla ricerca della memoria attraverso i suoni misteriosi che ne suggeriscono la possibilità di percezione, collegando ciò che resta delle testimonianze dei nostri avi con civiltà provenienti da mondi lontani.
Una meraviglia assoluta, che il gran regista ci racconta con la consueta narrazione enigmatica e certo piuttosto difficile da seguire, ma anche in grado di incantare lo spettatore che sa assoggettarsi alla maestria di un racconto che procede per enigmi e sensazioni epidermiche, lasciando che il mistero ci avvolga senza doverci a tutti i costi chiarire ogni particolare, spesso insondabile e fuori dalla nostra portata.
Al centro della inquietante vicenda, una attrice tra le più apprezzate ed inseguite, nonché icona dei massimi cineasti viventi, ovvero la affascinante donna-androgina-senza-età Tilda Swinton, anche co-produttrice del progetto, alle prese con un personaggio assai complesso e con un regista di polso che predilige i campi lunghi, le riprese a tutto campo e a macchina fissa, ovvero le condizioni meno opportune per mettere in risalto l'espressività di un interprete protagonista. Che invece si sottomette con lungimiranza ed intelligenza alle richieste del suo regista e si adopera a rendere al meglio un personaggio coinvolto in una vicenda tanto complessa quanto misteriosa.
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