Regia di Apichatpong Weerasethakul vedi scheda film
Ad oggi l'ultimo film realizzato dal thailandese Apichatpong Weraseethakul è questo "Memoria", suo primo film non-thai, una coproduzione internazionale recitata in inglese e spagnolo e ambientata in Colombia, con la diva britannica Tilda Swinton come protagonista.
Il film è una riflessione su molti e svariati temi, sicuramente affine a quello che Weraseethakul ha fatto in precedenza, soprattutto a livello di stile, ma stavolta il thailandese riprende il tema di una memoria personale come tramite fra il singolo e la moltitudine e come mezzo obbligato per rivivere esperienze di un passato che potrebbe risalire anche a vite precedenti, come era in "Tropical malady" o "Lo zio Boonmee". Tilda Swinton interpreta una donna disorientata, che vive in trasferta in Colombia e si trova stretta fra una sorella malata, un rumore ossessivo che sente continuamente e che la porta a fare ricerche con un tecnico del suono all'inizio, poi con uno sciamano che forse è la stessa persona e che le raccomanda di cercare dentro se stessa le motivazioni della sua frustrazione e della sua solitudine. Il film diventa quindi un'odissea mistico/spirituale in cui lo spettatore potrebbe facilmente perdersi, data la consueta enigmaticità di alcuni nessi e svolte narrative, ma devo invece riferire che il regista tiene saldamente in pugno la materia, a mio parere senza eccedere nella dilatazione temporale e nelle astrusità allegoriche di Boonmee, ma traendo suggestione e intensità dalle atmosfere comunque rarefatte e dai rari dialoghi.
È sempre difficile esprimere un giudizio su questo tipo di film, che certamente non rientra in un genere codificato anche se si avvicina ad un dramma psicologico con venature fantastiche, tuttavia fra i tre film che ho visto del regista direi che è quello che più mi ha coinvolto e scosso a livello di coscienza, dunque probabilmente quello che ho più apprezzato. Fondamentale in questo caso la fotografia di Sayombhu Mukdeeprom, abituale collaboratore del regista nonché di Luca Guadagnino, che ricorre a delle palettes cromatiche di un naturalismo armonioso, a tratti incrinato dall'incombente oscurità, ma ancora di più lo è il sound design, dato che la trama ruota attorno a rumori e detonazioni ossessive, reali o allucinatori che siano. Tilda Swinton recita per sottrazione in una chiave "bressoniana" che risulta perfettamente allineata alla mise en scene dal taglio contemplativo e dalla preferenza per inquadrature distanti come i campi lunghi, trovando però nei primi piani momenti di lancinante intensità espressiva, ben accompagnata da un cast di supporto che vede la presenza della francese Jeanne Balibar e, nella parte di Hernan anziano, dal colombiano Elkin Diaz che ha una scena da brividi quando simula un sonno che assomiglia molto alla morte.
Voto 9/10
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