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Governance - Il prezzo del potere

Regia di Michael Zampino vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Governance - Il prezzo del potere

di axe
6 stelle

Renzo Petrucci è un alto dirigente della Royal, una tentacolare compagnia petrolifera con sede a Roma, in grado di portare utili all'azienda con affari e pratiche anche oltre i limiti della legalità. Nonostante il suo impegno, la proprietà sceglie di sostituirlo con una giovane e preparata professionista francese, Viviane Parisi, la quale porta nuove idee legate all'ecosostenibilità. Furioso, poichè convinto che la donna sia d'accordo con la concorrenza, dopo essersi rivolto a lei con durezza nel parcheggio dell'azienda, la insegue in auto e la tampona, mandandola fuori strada e causando un incendio. Mentre Renzo non fa nulla per salvarla, Michele, l'amico che l'accompagna, meccanico squattrinato in attesa di ricevere in gestione una stazione di servizio, abbozza un vano tentativo. Nel periodo che segue, Renzo s'impegna per riprendere potere nella gestione della società e riappacificarsi con la moglie e la figlia, resa claudicante dalla spina bifida. Contemporaneamente, agisce in modo da intralciare le attività degli inquirenti, convinti che la morte di Viviane non sia stata causata da un banale incidente stradale e costringe al silenzio Michele. Discreto film drammatico, offre una buona caratterizzazione del personaggio protagonista. Sarebbe facile liquidare Renzo Petrucci, interpretato da un Massimo Popolizio costantemente sopra le righe, come il solo "cattivo". L'uomo, responsabile di un'inutile morte, ha agito nell'implicita complicità di chi gli è intorno. Anni di lavoro a testa bassa per la sua azienda, affamata di successi ed in feroce competizione con le altre società del settore energetico, l'hanno spinto prima oltre i limiti della legalità, poi oltre quelli della morale comune. La sua coscienza torna a parlargli nelle vesti dell'amico Michele (Vinicio Marchioni), che ciclicamente gli ricorda la portata del male fatto; quella che inizialmente era stata presentata come una carrierista radical-chic, successivamente viene descritta come una dipendente onesta, madre di un figlio, mente brillante, sicuramente più efficiente di un vecchio volpone consumato dagli intrighi. Renzo utilizza il suo potere per tacitare questa "coscienza", offrendogli un lavoro, di cui il meccanico ha molto bisogno, avendo due figli da mantenere ed un passato difficile, e minacciandolo di dure conseguenze se ciò non fosse stato sufficiente. L'epilogo giunge improvviso; d'istinto potremmo pensare ad una vicenda "irrisolta"; in realtà, non è così. Il dirigente non paga per le sue colpe. Grazie alle proprie capacità, riacquista un ruolo di primo piano nella gestione degli affari aziendali; un suo superiore, Marcello Zanin, lo aiuta ad eludere le indagini sulla morte di Viviane, ma lo rende ricattabile. Ed il ricatto puntualmente arriva. Secondo il principio "una mano lava l'altra", Renzo, un anno dopo gli eventi, è costretto ad aiutare Marcello, momentaneamente in difficoltà. Il dirigente non si scompone, fa quanto gli è richiesto senza batter ciglio, dando conto allo spettatore di quale infernale congegno possa essere la "Governance" di una grande azienda. Nel frattempo, la pace sembra tornata nella sua famiglia, e Michele, la sua "coscienza", appare appagata. Tutto è andato come (non) doveva andare. Un'amara storia dei nostri tempi.

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