Regia di Claude Lelouch vedi scheda film
Un regista di documentari ci mostra un sanguinario assalto degli orsi polari, una etoile vive interminabili esperienze di vita. Il pregio di Claude Lelouch è di non possedere uno stile solo ma tanti stili fantasiosi. Formatosi da giovane come documentarista di impegnati mondo movie e video musicali per gli scopitoni (jukebox con video incorporati) si è poi specializzato in sentimentali, gialli e thriller romantici per poi sperimentare praticamente tutti i generi (o quasi). Qua cominciamo il film in una dimensione tra il grottesco visionario di Peter Greeneway e Jacopetti (più per la suggestiva sequenza dei dervisci che per il mondo degli orsi aggressivi). Qualche volta narcisista e autocitazionista (nei vari omaggi alla sua creatura più celebre e di maggior successo, UN UOMO UNA DONNA) ha aperto uno strano filone parallelo del "film nel film" composto, tra i vari, da titoli come VOYOU (LA CANAGLIA), VIVA LA VITA e questo PER CASO O PER AZZARDO, lavoro venduto all'anagrafe come thriller (anche se comincia col quesito: commedia, tragedia o giallo?) ma che è molto di più. I pregi e i difetti sono quindi appunto qui, uguali: c'è del genio ma se non lo si segue attentamente potrebbe sembrare un interminabile estenuante videoclip. E c'è pure la parte misteriosa (cos'è successo sulla barca?). Poi ci sono pure i pensieri sottotitolati per volontà dei protagonisti. E molto altro. Anche troppo. Alla fine forse il pregio più banale è di aver fatto danzare, finalmente, la sua moglie e musa Alessandra Martines nata prima come ballerina che come attrice. Un film ottimista sull'elaborazione del dolore, argomento tutt'altro che facile da descrivere, per l'appunto. Prendere o lasciare, da amare o da odiare!
Recensione scritta da Davide Lingua, Dizionario del Turismo Cinematorafico, Verolengo, Wikipedia
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