Regia di Thomas Vinterberg vedi scheda film
Importantissimo ed imperdibile.
Per il compleanno del padre di una facoltosa famiglia viene organizzata una festosa riunione, il clima però sarà rovinato dalla rivelazione di segreti terribili.
Un film sparato ai cento all’ora che fa del grottesco il proprio linguaggio, non fa mai realmente ridere e non è mai realmente patetico, è semplicemente fuori di testa. Personaggi sopra le righe immersi in situazioni che hanno il proprio fulcro in rivelazioni quasi da thriller piuttosto che da classica commedia drammatica, niente viene spiegato a parole – ci sono sì ma servono a rendere il clima – perché tutta la potenza è data dalle immagini.
La telecamera si muove come impazzita coordinata da un montaggio serratissimo e con continue invenzioni, per dare il senso d’ansia che stanno vivendo i protagonisti, per trasmettere quell’instabilità che pian piano prende un po’ tutti. Non c’è il realismo inteso come tale perché, dalla più piccola eccentricità al peggiore abuso, ogni cosa ha il tono di trovarsi quasi in un’altra dimensione, perché solo in quella dimensione alternativa può succedere che un padre di famiglia fa scendere moglie e figli dall’auto per potersi fare una tranquilla chiacchierata col fratello trovato per coincidenza lungo la strada.
Un regista questo alle prese forse con l’ora e tre quarti più ispirati della sua vita, le invenzioni si sprecano e la costruzione della vicenda viaggia tutto il tempo tra l’assurdo ed il misterioso, tra l’orrido ed il demenziale. L’affresco di una famiglia che si trasforma in quello di uno Stato intero, forse l’affresco in realtà dell’intera mentalità occidentale o forse un’analisi dell’uomo, un’analisi tanto brutale e profonda che forse non c’è un argomento che venga lascato in disparte, una satira devastante che ne ha un po’ per chiunque in qualunque categoria. I continui allucinati dialoghi tra i protagonisti mettono in ballo di tutto: le tensioni, i principi, il razzismo, il disagio, la mancanza di comunicazione, la solitudine della vittima, l’incomprensibile crudeltà del forte; così vengono messi a confronto l’ottuso ed il turbato, la moglie col marito, il padre coi figli, il diverso con lo straniero, il debole con chi ce l’ha in pugno.
D’autore sì ma di sicuro non noioso, assolutamente da festival ma di sicuro dissacrante.
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