Regia di Thomas Vinterberg vedi scheda film
Se c'è un film che oggi non dice più nulla (già dieci anni fa diceva poco, quando venne strombazzato dal Festival di Cannes con un Gran premio della giuria) è Festen del Danese Vinterberg, amico di Von Trier e co-autore del manifesto Dogma. Festen ha una pesantezza che paragonata allo stile sardonico e lieve adottato da Von Trier rende la cifra della distanza siderale tre i due autori. Idioti di Von Trier era un filmetto sperimentale, sicuramente non concusivo, un'opera iniziatica e slabbrata (che prproneva un modello che poi sarebbe stato ripreso e migliorato nella trilogia americana e ne Il grande capo che è quasi un seguito esplicito di Idioti), molto più onesta e forse anche più scorretta di Festen, che rimane un film pesantissimo che è strutturato secondo lo schema bella fotografia-sporiciza morale. Ecco Vinterberg propone questa dialisi. E irrita al contrario, nel senso che forse fa più sorridere che altro. Festen rimane un'operetta moralistica piuttosto che morale e la sua forza coincide con la sua furbiza estetica. Un film che convince solo grazie ad una brutalità di cui non si sente il reale bisogno. Da confrontare anche con il cinema molto più "imperante" e categorico (nel senso che nessuno sfugge al giudizio) di Todd Solondz.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta