L'incontro-scontro tra due nuotatori rivali che si incontrano in uno scalcinato spogliatoio, dà origine ad una disputa che, date le circostanze, non potrebbe che manifestarsi in altro se non in uno scontro fisico: i corpi nudi degli atleti si scontrano, ma poi, venendo a contatto l'uno con l'altro, la disputa pare lasci il posto a qualcosa di diverso: un sentimento di confronto e di reciproca ammirazione che i due singoli lottatori evitano di manifestare, ma che si percepisce tra gli sguardi reciproci, ove la sfida lascia il posto ad una celata forma di ammirazione, se non proprio contemplazione, che trova la sua soddisfazione più pura attraverso il contatto inevitabile che la lotta comporta ed asseconda.
Peter Strikland, noto regista a cui si devono opere note ed apprezzate quali Katalin Varga, Berberian Sound Studio, il controverso The Duke of Burgundy e l'apprezzato horror In Fabric, dice di essersi ispirato per questo suo breve cortometraggio, all'opera fotografica di Bob Mizer, uno dei più noti esponenti del cosiddetto genere "beefcake" che scandalizzò i benpensanti da fine anni '40, e che l'autore aggiorna e rivisita accostando il lato dell'attrazione fisica incontrollata a quello, opposto e contrario, della competizione che avvicina al corpo rivale, ma per ragioni diametralmente opposte.
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