Regia di Erwin C. Dietrich vedi scheda film
WIP diretto dal produttore e regista svizzero Erwin C. Dietrich, decisamente ben girato, per nulla tetro o ansiogeno e valorizzato dalla costante presenza della stupenda Brigitte Lahaie, pressoché senza veli dall'inizio alla fine.
Su un'isola deserta è stata costruita la prigione Tago Mago, destinata ad ospitare donne condannate per i più svariati crimini, ma in prevalenza catturate tra le prostitute clandestine. Carla (Karine Gambier), amante del Presidente in carica, ne è la cinica sorvegliante. Abusando del suo potere non perde occasione per umiliare le detenute. Questo finché tre di loro si organizzano per ribellarsi e tentare la fuga, mentre tra i militari è in corso una rivoluzione destinata a ribaltare il dominio dittatoriale del Presidente.
Anche il maestro svizzero dell'erotismo ironico si cimenta con il tema in voga sul finire degli Anni '70, il WIP (Women In Prison). Gira in Spagna (ma le bandiere -verde, giallo e rosso- affisse ai muri della prigione sono quelle del Mali) per la maggior parte, anche se inizia nel suo stile inconfondibile, ovvero sulla falsariga di una commedia, in una casa di appuntamenti con le ragazze esposte in peep show prima di passare alle "prestazioni" con i vari clienti. Dopo una ventina di minuti inizia il vero e proprio "racconto", con rastrellamento delle escort clandestine prelevate e trasportate nude dai militari sull'immaginaria Isola di Goblin, dove è stata eretta la prigione femminile di Tago Mago.
I paradigmi del sottogenere sono seguiti alla regola, con i primi due inevitabili steps (docce forzate ed ispezioni corporali), che costituiscono anche il momento più crudo del film perchè poi Dietrich, per natura amante dell'ironia, non potrebbe mai girare scene violente o gratuite. Per dire che qui dei WIP alla Bruno Mattei non c'è (fortunatamente) alcuna traccia. C'è, invece, una dose di nudo abbondantemente superiore alla media, tra l'altro resa piacevole da attrici molto graziose. A cominciare dalla Lahaie, come mai altrove nudissima in tutte le pose possibili immaginabili, mentre ruba la scena (per "fascinosa" presenza) alle altre colleghe. Dietrich fa ruotare la macchina da presa attorno a sinuosi corpi, riprendendo le varie bellezze senza mai generare noia, cambiando sempre prospettiva e punto di vista. Nel campo di prigionia le ragazze sembrano gradire in parte la situazione, soprattutto quando nottetempo i militari passano nelle celle a trovarle.
Durante la giornata, invece, addestramenti, lotte a corpi nudi (in una esilarante scena con il comandante battuto da una prigioniera all'interno di una mini arena) e lavori pesanti (tipo zappare la terra incolta o passarsi macigni). Con le più fortunate a lanciare in aria piattelli come bersaglio di tiro per allietare il tempo alla sorvegliante. Ragazze bellissime che indossano sempre, e comunque, solo le scarpe come unico capo d'abbigliamento. Ovviamente non si ride, per dire che non siamo di fronte ai più riusciti (e grotteschi) erotici di Dietrich, ma nemmeno ci si imbatte in un clima tetro od opprimente nonostante la tipologia di film. The women of Inferno Island, Caged women, Prisoners of war, Women's penitentiary VII, Island women, Le corps et le fouet: sono alcuni dei titoli alternativi, a seconda del paese d'uscita e dell'edizione (cinematografica o home video), mentre solo noi italiani potevamo stampare manifesti cinematografici di... Folli piaceri delle porno prigioniere. Se in un film può bastare, per essere definito porno, una scena di pochi secondi (durante l'ispezione corporale) con dettaglio del dito che penetra in una vagina... allora sì. Siamo davanti a un porno.
"E’ soprattutto in prigione che si crede a ciò che si spera." (Honoré de Balzac)
F.P. 28/08/2019 - Versione visionata: Bluray Island women (lingua inglese - durata 92'03")
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