Regia di Vince Gilligan vedi scheda film
NETFLIX Si può affrontare il sequel di un serial di successo, amato e lodato da critica e pubblico, ora per l'occasione ricondotto e raccordato per tramite di un film a sé stante, che cerca di tirare le somme sul destino del suo tormentato e stressato protagonista superstite, se non si è mai affrontato nessun episodio della famosa serie? No, forse non si può,.... o non si dovrebbe. O comunque a causa di ciò in buona parte si indirizzano le ragioni della forte perplessità che ho maturato su questo film.
Un prodotto noir assai elaborato e meditato, indubbiamente, ma che ho trovato a tutti gli effetti snervante, lungo oltre ogni vera ragione utile, privo di un vero appeal che non possa essere frutto di un rimando alle glorie della serie del passato. Che tuttavia non conosco. Una storia di tentativo di riscatto da parte dell'ex studente spacciatore pupillo del suo professore inguaiato in problemi economici e di salute, che ora impiega circa due interminabili ore per raccontarci i disperati tentativi di un Jesse colmo di cicatrici, esteriori ma non solo, per riuscire a trovare i mezzi materiali che gli consentano di fuggire e cambiare vita, dopo esser sopravvissuto ai massacri che invece non hanno risparmiato i suoi vecchi soci, spacciatori e delinquenti soprattutto per cause di forza maggiore.
El camino, titolo che fa riferimento all'auto con cui Jesse inizia la sua fuga verso una nuova identità e un nuovo futuro, prodotto e diretto dall'ideatore e sceneggiatore di Breaking Bad, Vince Gilligan, si concentra troppo sulle atmosfere forzatamente noir e estenuantemente costruite su snervanti attese, ed utilizza nel peggiore dei modi l'espediente narrativo del flashback che solo il particolare visivo della capigliatura variante di Aaron Paul riesce a rendere palese, nella confusa e flemmatica narrazione che caratterizza la debole, mal strutturata vicenda.
Poi si, certo, ci sono personaggi notevoli - su tutti Robert Forster, compianto e perduto proprio qualche giorno fa, qui splendido e rassicurante, ossequioso venditore di aspirapolveri, ma anche inflessibile nel condurre la sua segreta seconda attività di esperto in un altro tipo di rimozione, ovvero a tirar vita i connotati scomodi di individui dal passato compromesso come il nostro sfregiato Jesse.
Aaron Paul, dal volto reso tondo come la superficie lunare da una rasatura poderosa e da qualche anno in più da gestire rispetto ai tempi del serial, appare in tutto il film nella sua angosciante fissità ed atonia, senza mai imprimere alla sua pietrificata e scolpita fisionomia facciale, una minima variante atta ad aiutarci a comprendere l'evoluzione della sua peraltro assai giustificata angoscia dilagante.
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