Regia di Craig Gillespie vedi scheda film
I fattori che determinano la costruzione di una personalità sono molteplici, per singole caratteristiche e per specifica provenienza. Da un lato c’è la genetica, quelle attitudine che ereditiamo, dall’altro la condizione ambientale che accompagna la formazione. Insomma, alcune qualità e difetti aleggiano dentro di noi e attendono solo il momento giusto per sbocciare, mentre le esperienze vissute apportano delle variazioni alla ricetta originaria.
In una congiuntura sociale come quella apparecchiata in Crudelia, la protagonista non difetta per inclinazione (pro)positiva, ma è obbligata a sgomitare per non soccombere e quando le si apre una porta insperata, deve fronteggiare ostacoli imprevisti, affrontare un lato oscuro che spinge i cattivi propositi a prendere il sopravvento.
Londra, anni ’70. Fin da bambina, Estella (Emma Stone) ha imparato a combattere, dovendo sopravvivere con il solo ausilio delle sue forze dopo aver visto sua madre Catherine (Emily Beecham - Little Joe) morire prematuramente.
Insieme ai suoi compari Jasper (Joel Fry - Yesterday) e Horace (Paul Walter Hauser - Richard Jewell), vive di espedienti fino a quando la Baronessa (Emma Thompson) ne capta il talento, offrendole l’occasione di lavorare per lei, la stilista di maggiore successo della città.
Estella fa subito notare l’ingegno che la contraddistingue, ma la Baronessa intende semplicemente sfruttarla, spingendola a reagire, a cercare l’affermazione con metodi che scavalcano il convenzionale.
La situazione degenera in maniera irreversibile quando Estella scopre da John the Valet (Mark Strong), il braccio destro della Baronessa, una verità sconvolgente.
Crudelia (2021): Emma Stone
Crudelia nasce come prequel de La carica dei 101, nell’ottica Disney di cavalcare il suo sconfinato catalogo, andando avanti e indietro nel tempo per scovare soggetti remunerativi. Contemporaneamente, segue l’onda del successo conseguito da Joker, ripercorrendo la nascita di un villain affermato e, per l’ambiente prescelto, ossia quello della moda, ingloba vari punti di contatto con Il diavolo veste Prada.
Dunque, siamo dalle parti di una origin story che attinge da una sorgente sicura, alla quale si allaccia tramite svariate connessioni (la più evidente, un trio di dalmata), comunque sia anomala poiché in casa Disney le attuali prerogative inclusive – da esprimere rigorosamente nel nome di una correttezza totalizzante - sono ben note, poco inclini a sviscerare personaggi negativi andando fino in fondo.
Proprio questa propensione impressa a monte, frena – ma non annulla del tutto – la progressione del film diretto da Craig Gillespie, che sembrava una scelta coraggiosa essendo reduce dal taglio spudorato e malsano di Tonya.
In realtà, al di là di sporadici coup de théâtre, parliamo di amministrazione controllata, che segue la regola del dare un colpo al cerchio e uno alla botte, con il desiderio di indipendenza, le diversità che – dall’alto - bloccano l’ascensore sociale e la vendetta, in qualche modo mitigate in virtù di un redditizio compromesso.
Rimangono comunque punti a favore. Alcune specifiche tecniche sono ragguardevoli, soprattutto per quanto concerne trucco, acconciature e costumi, la colonna sonora è trascinante, mentre Emma Stone non lascia nulla di intentato e dà vita a una sfilata in perpetuo work in progress, affrontando un incomodo di lusso qual è Emma Thompson, impeccabile e sfavillante nell’emanazione della perfidia.
Crudelia (2021): Emma Stone
In buona sostanza, Crudelia (soprav)vive delle sue due figure dominanti, segue l’equazione che vede il mondo della moda abitato da squali e sfoggia un vestito abbondante, più che accessoriato. Ma è anche calmierato da una formula in stile catena di montaggio, che non intende rinunciare alla rete di sicurezza, sviluppandosi su un piano inclinato che, tra denti avvelenati e crudeltà, miseria umana e cuori aridi, sceglie di trattenersi, evitando scrupolosamente di correre il rischio di compiere il passo più lungo della gamba.
Dotato di un discreto agonismo ma anche rinunciatario.
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da come l'hai descritta mi sembra una commedia che si possa vedere tranquillamente....grazie Daniele.
Assolutamente, è un film dignitoso che con un po' più di coraggio (delle sfere alte) avrebbe potuto risplendere molto di più.
L'impressione che ho avuto è che se il film fosse stato dato a qualunque altro mestierante che non fosse Gillespie non avrebbe raggiunto la sufficienza... La sua messa in scena e la sua regia sono molto forti, e assieme all'azzeccatissimo casting riescono a tenere unite le varie contraddizioni di scrittura senza farle esplodere, anche se in effetti mi è piaciuta molto l'idea di una Crudelia punk che cavalca il vento di cambiamento degli anni Settanta... Concordo assolutamente su colonna sonora e costumi, vale la pena di vedere il tutto anche solo per quelli... Bel commento al film, grazie Daniele! :-)
Faccio fatica a credere che la Disney possa non ottenere esattamente il tipo di prodotto che vuole.
In ogni caso, parliamo comunque di un compromesso costruttivo e bilanciato, fantasticando mi viene da pensare che il Gillespie di "Tonya" avrebbe spostato i bordi più dark e sinistri un po' più in là.
:)
Ah, ovviamente grazie a te per il commento integrativo.
Ciao Simone!
Io l’ho trovato terribile.
Caratterizzazione della protagonista ai limiti del demenziale, fotografia smorta a coprire i difetti di cgi, una sceneggiatura che fa acqua da tutte le parti e un cast completamente sopra le righe e mai credibile.
Per non parlare poi della durata spropositata, che era assolutamente inutile per narrare una storia così superficiale e idiota.
Rispetto per chi l’ha apprezzato ovviamente, però questo Crudelia mi è sembrato un esercizio di stile dove ciò che è assente è proprio il cinema. Un altro tentativo inutile di usare un brand famoso per fare soldi da parte della Disney.
Un po’ meglio di Mulan, Aladdin e Il Re Leone, ma siamo più o meno da quelle parti come scrittura e utilità.
Ciao carissimo, ho ben presente il tuo pensiero sulla produzione Disney attuale, ho letto un po' di tuoi interventi in giro e visto anche alcuni voti che hai assegnato (a tempo perso, curioso tra le schede di molti film, giusto per farmi un'idea complessiva del pensiero altrui).
Personalmente, mantengo una posizione generalmente neutra (a parte che vado sotto le due stelle solo per poche eccezioni, per i pochi film che trovo repellenti). Raramente mi emoziono sul serio ma, contemporaneamente, di solito trovo comunque alcuni attributi che mi aggradano, spingendomi a soggiornare su giudizi intermedi.
Certo, nel caso specifico di "Crudelia", mi aspettavo qualcosa di meglio, che credo sarebbe anche arrivata senza una supervisione dall'alto che, come imperativo, non vuole correre rischi, anche quando il soggetto lo consiglierebbe.
Non sono stato affatto gentile con i live action della Disney (nonostante film come Dumbo, Pete’s Dragon o Ritorno al bosco dei 100 acri mi siano piaciuti) e ormai non ho più molta fiducia nella Disney stessa.
Sono però contento che in questo contesto produttivo opprimente cinefili come te riescano comunque a trovare qualcosa di positivo e da riconoscere a questi film, perché serve anche la tua positività.
Io invece non riesco a farmeli piacere e questo Crudelia ho faticato a finirlo purtroppo.
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