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La notte ha mille occhi

Regia di John Farrow vedi scheda film

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La recensione su La notte ha mille occhi

di Baliverna
8 stelle

E' un film suggestivo e originale. Quanto allo stile e all'ambientazione siamo nell'orbita del noir (anche se le situazioni sono diverse), ma quanto all'argomento siamo da tutt'altra parte. Si parla di paranormale, di divinazione e di premonizioni. Qualcosa sull'argomento lo so, e devo dire che il film se ne occupa in modo equilibrato, prudente e non sensazionalistico. Ho apprezzato anche il fatto che esso mette in luce un aspetto di questi fenomeni che li accompagna anche nella realtà, cioè che praticamente mai le persone che hanno queste visioni riescono ad aiutare concretamente qualcun'altro. Certo, c'è la curiosità per queste strane intuizioni o visioni, che a volte si rivelano vere, ma poi non si riesce mai a sfuttarle per il vero bene delle persone. E quasi sempre chi ha queste "facoltà" sono persone oscure e tormentate, infelici, dalla vita sconquassata e instabile.
Durante il rapimento di Moro, tra tutti i medium che cercarono di scoprirne il nascondiglio (e nessuno ci riuscì) uno di essi ebbe la rivelazione del nome "Gradoli", che è un paesino in provincia di Viterbo. Si setacciò il paese da cima a fondo, senza risultato. Moro era infatti prigioniero in Via Gradoli a Roma, ma a questo nessuno aveva pensato. E' un esempio dell'inutilità di queste "rivelazioni".
Anche il povero protagonista di questo bel film, un bravo E. G. Robinson, si trova in una condizione analoga. O le sue rivelazioni giungono troppo tardi, oppure non viene ascoltato o capito. Forse solo l'ultima volta riuscirà ad ottenere a qualcosa, ma ad un prezzo altissimo. Vive una vita fatta di angoscia e atroci dubbi, come quello assurdo di essere lui la causa delle sventure che predice. Anche da questo si può dire che il film non esalta affatto queste pratiche e questi fenomeni, né instilla alcun sentimento di emulazione.
Il regista riesce a costruire una buona suspence, con una tensione che cresce fino alla fine. John Farrow dà insomma un'altra prova di bravo regista drammatico. L'ambientazione è infida e ostile, con ambienti sporchi, chiusi, e ricchi di oscurità. Certe scene incutono uno strano terrore, come quando Robinson ha una delle sue premonizioni mentre si guarda allo specchio. Il suo sguardo spaventato e torbido e il suo volto confuso e angosciato riescono proprio ad incutere paura. Accanto a lui troviamo una bellissima Gail Russel, che aveva appena recitato con John Wayne in "L'ultima conquista".
Insomma, un altro bel "nero" degli anni '40.

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