Regia di Sergio Citti vedi scheda film
Il primo film di Sergio Citti è, per molti, il suo migliore. Secondo me, no. Pasoliniano fin nel midollo (difatti il regista friulano ha scritto, insieme a Citti, la sceneggiatura), del Pasolini poetico della "Terra vista dalla Luna", il film è ottimamente fotografato da Mario Mancini e si giova di alcuni ottimi interpreti, anch'essi superpasoliniani. Manca, però, a mio parere, un vero sviluppo drammatico dei personaggi, che, in sostanza, restano gli eterni bambini che una trentina d'anni prima hanno causato la morte del padre, anarchico ed impenitente imbecille. L'elemento che più colpisce, in questo film, è la sinistra premonizione della morte di Pier Paolo Pasolini: non per caso, l'attore Térzieff, fisicamente somigliantissimo al poeta-regista, viene ucciso a bastonate sul lido di Ostia e la sua sagoma allampanata ricorda in maniera impressionante il cadavere orrendamente massacrato, ritrovato tra le baracche della periferia romana. Gli ultimi cinque minuti si guardano a bocca aperta. (14 novembre 2007)
Due fratelli che vivono in una torre nei pressi di Ostia trovano una ragazza in un campo e la portano a casa. Finiti i due giovani in carcere per l'ennesimo furtarello, la ragazza si finge la convivente di uno dei due, per potere andare ai colloqui. Più per noia che per gelosia, uno dei due fratelli uccide l'altro e si sbarazza del cadavere.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta