Regia di Elia Kazan vedi scheda film
In ogni società, in ogni epoca, vige un "accordo tra gentiluomini" - questo il titolo originale della pellicola -, che mantiene in vita pregiudizi delle cui radici nessuno ha memoria. Il pregiudizio, sui generis, è la "barriera invisibile" della discriminazione, quello antisemita, nella fattispecie, l'oggetto della sceneggiatura. Risentirà forse degli anni trascorsi dalla sua uscita, ma questo film mantiene un impatto forte, se chi lo guarda cade nella necessaria trance empatica. Interessante nel valutare come lo stesso soggetto discriminato favorisca l'autoadempiersi della profezia discriminante, in una guerra tra poveri che è forse l'ingrediente segreto del suddetto accordo sociale, la legittimazione della tirannia del più forte. Acuto poi il messaggio di una mobilitazione sociale che, partendo dalle coscienze, si propaghi più nei piccoli gesti quotidiani che nelle grandi manifestazione di piazza, anche se così facendo si rischia di sottovalutare l'importanza delle azioni collettive.
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