Regia di Gregory Ratoff vedi scheda film
1917: un ufficiale inglese prende il posto di un suo omologo tedesco appena catturato, che gli somiglia in modo impressionante; poi viene lasciato scappare per ricongiungersi ai suoi, tornare a Berlino e carpire i piani dell’imminente offensiva sul fronte occidentale. Simpatica pagliacciata, che merita mezza stella in più perché nel suo ridicolo involontario è anche divertente. La vicenda è di per sé inverosimile (l’aspetto fisico si può imitare e le informazioni personali si possono imparare a memoria, ma come è possibile che in pochi giorni si riesca a simulare voce e grafia di un altro fino a ingannare i suoi amici più stretti?); ancora più inverosimile che fin dall’inizio il controspionaggio tedesco intuisca la verità, quando semmai sarebbe stato logico sospettare che il prigioniero avesse semplicemente tradito o fosse stato liberato per qualche scopo; il culmine dell’inverosimiglianza si tocca con la bruna messicana Dolores Del Rio che interpreta una ballerina tedesca (non so perché Wikipedia la dica ungherese); incommentabile il nomignolo Pucci attribuito all’ufficiale dai compagni di accademia, almeno nell’edizione italiana; quanto ai piani segretissimi, dove possono trovarsi se non in casa del generale, che opportunamente tira le cuoia proprio durante una cena insieme al falso von Rohback? Suvvia, persino Mata Hari era più serio.
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